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La sentenza del Tar

Lidi, movida estiva a rischio: ottanta stabilimenti sulle spine

Katia Romagnoli
Lidi, movida estiva a rischio: ottanta stabilimenti sulle spine

Si cerca una via di uscita alle limitazioni delle serate. Venerdì un altro incontro tra Comune di Comacchio e imprenditori

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Lidi Venerdì 28 marzo alle 10, Comune e rappresentanti delle associazioni di categoria a confronto in un tavolo tecnico-giuridico, per valutare e condividere strade percorribili di impugnazione della sentenza con cui il Tar di Bologna, la scorsa settimana ha annullato il regolamento comunale sul numero degli eventi di pubblico spettacolo annui e sugli orari di diffusione della musica nei pubblici esercizi. Tutto da rifare, dopo che la giustizia amministrativa, con giudizio di primo grado, ha accolto il ricorso presentato dalla discoteca “Barracuda” del Lido di Spina. Il Comune di Comacchio, soccombente, ha già attivato le procedure per il ricorso in appello, avanti il Consiglio di Stato. Nell’immediato però, in attesa di una nuova sentenza che potrebbe giungere a fine anno, «bisogna studiare le soluzioni dal punto di vista tecnico – osserva Nicola Ghedini, presidente provinciale di Cna Balneari – per salvare l’estate. Nessuno ci vuole credere che tutto si fermi. L’Amministrazione Comunale è da sempre favorevole all’incontro del divertimento e ha convocato l’incontro, dopo nostri solleciti, per trovare una soluzione». L’auspicio di tutti è quello che in attesa di una nuova pronuncia e di un nuovo regolamento comunale emendato rispetto a quello adottato nel 2023, possa essere accolta, da parte del Tar, una sospensiva al proprio provvedimento. Un eventuale diniego potrebbe comportare danni economici incalcolabili, ma anche conseguenze legate all’immagine e alla promozione della costa come prodotto turistico balneare vocato, parallelamente, alla movida notturna. «Si deve trovare un giusto compromesso – prosegue Ghedini – non può essere che si debba spegnere la musica alle 23.30. Ciò implicherebbe un danno economico generalizzato, in termini di calo di dipendenti e, per i tanti che hanno già prenotato gli artisti di un certo livello, che richiedono ingaggio con congruo anticipo, significherebbe perdere tutti i costi di caparra. Nei contratti è prevista la clausola del rischio di impresa. Non solo perché si correrebbe il rischio di perdere anche grosse fette di pubblicità».

Sono 80 i pubblici esercizi, tra Bagni, bar e ristoranti che, in applicazione del regolamento comunale, prima della sentenza del Tar e dunque prima che le sue norme venissero inficiate, avevano già presentato agli uffici comunali le loro richieste di autorizzazione allo svolgimento di eventi di pubblico spettacolo con concerti serali, a partire dal ponte festivo di Pasqua. Secondo i dettami del regolamento comunale il programma onnicomprensivo di tutte le serate musicali, benché suscettibili di modifiche, va presentato almeno 40 giorni prima della data di svolgimento del primo spettacolo. Non è un caso, dunque, che siano già circa 80 le richieste pervenute. Per uscire dall’impasse, che rischia di compromettere sin dal periodo pasquale la stagione balneare ormai alle porte, Comune e associazioni di categoria dovranno trovare la quadra. «Io sono ottimista – conclude Nicola Ghedini, che è anche titolare del Bagno Kursaal, a Lido Spina, uno tra i locali più noti – una equa soluzione, senza ledere interessi altrui, va trovata da subito, perché, altrimenti, oltre al danno di immagine ed economico, si potrebbe assistere ad una fuga di quella fetta di turisti giovani per richiamare i quali tanto si è lavorato in questi anni. L’amara conseguenza potrebbe implicare perderli per sempre e questo non lo vuole nessuno». Secondo indiscrezioni si sta lavorando non solo per mantenere le 40 serate a fronte delle 16 del vecchio regolamento, ma anche per calibrare l’orario di cessazione della musica