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La tragedia

Alessandro Coatti assassinato in Colombia. Lo zio: «Gli avevamo detto di non partire»

Annarita Bova
Alessandro Coatti assassinato in Colombia. Lo zio: «Gli avevamo detto di non partire»

Il biologo è cresciuto a Longastrino. Il racconto della famiglia distrutta: «Aveva preso un periodo di pausa dal lavoro, sarebbe dovuto tornare la settimana prossima»

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Longastrino Alessandro Coatti è cresciuto in via Bassa, a Longastrino, sotto Alfonsine. Figlio unico, ha frequentato il liceo scientifico ad Argenta. Studente brillante, mente geniale, è entrato alla Normale di Pisa dove si è laureato con il massimo dei voti in biologia e poi è partito per Londra. Una vita fatta di studio, lavoro, passioni. Tre mesi fa la decisione di mollare tutto e partire per la Colombia. Aveva bisogno di staccare, di ritrovarsi, di rallentare. Cosa sia successo, ancora nessuno lo sa.

«Hanno telefonato a mio fratello ieri mattina, i carabinieri gli hanno dato la notizia – racconta lo zio del ragazzo -. Non ci hanno detto molto, se non che hanno trovato il suo corpo messo in quel modo. Al momento nessuno di noi può fare niente: dicono che bisogna aspettare che finiscano le indagini, che ci vorrà del tempo. Purtroppo mio fratello e sua moglie stanno affrontando una situazione terribile. Una fine così...sarebbe stato meglio non trovarlo più, vivere con la speranza di poterlo riabbracciare un giorno». E, aggiunge: «Siamo confusi, immaginiamo qualsiasi cosa. Io ero al lavoro e quando mi hanno avvertito mi si è gelato il sangue. Mia moglie glielo aveva detto di non andare in quel posto, avevamo provato a farlo desistere ma non ha voluto sentire ragioni. Anche io ho provato a farlo ragionare ma diceva di averne bisogno e di stare tranquilli».

Alessandro chiamava i genitori più o meno tutti i giorni. «Era biologo molecolare, una bellissima carriera, ormai era via da anni. Lo sentivamo spesso. Si era licenziato tre mesi fa. O forse si era messo in aspettativa, non conosco molto bene i particolari. Ma tanto cosa importa adesso?». L’idea di partire, forse mollare tutto «gli era venuta l’anno scorso. Ad un certo punto ha maturato la voglia di andare là, si era innamorato di quel paese ed è partito. Prima lo aveva studiato, forse conosceva qualcuno che gliene aveva parlato. Sarebbe dovuto tornare la settimana prossima, ci saremmo dovuti poi vedere». La notizia alla famiglia è stata data lunedì: «Mio fratello mi ha telefonato al lavoro, mi ha detto che mi doveva parlare di una cosa che era successa ad Alessandro. Ho pensato lo avranno arrestato, sarà successa una cosa del genere. Invece, invece questa cosa davvero terribile».

Dubbi, domande, paure. La famiglia Cotti è sconvolta. «Mai ci si può minimamente immaginare una cosa del genere. Una cosa così crudele, così brutta. Prima o poi ce lo ridaranno indietro, ma come? Ma sapremo mai la verità? La sua vita era a Londra, dobbiamo capire anche se e quando tornare a prendere la sua roba». Il biologo ha sempre vissuto nella casa di via Bassa, accanto a quella degli zii. «Dovremo dirlo alla nonna adesso - dice la cugina -. Non so se potrà mai reggere a una cosa così. Per ora abbiamo spento la televisione e cerchiamo di intercettare le telefonate ma pian piano bisogna che lo sappia. Speriamo di risparmiarle buona parte...».
La famiglia Coatti è in attesa di indicazioni. «I carabinieri ci hanno spiegato che potrebbe essere lunga e che non ci possiamo muovere. Per andare dove, poi? Nello sesso tempo vorremo capire, correre da lui, parlare con le ultime persone che lo hanno visto in vita...».