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Il dolore

Alessandro Coatti. L’ultima cena con i vecchi compagni di classe del liceo di Argenta: «È sempre stato il più bravo»

Annarita Bova
Alessandro Coatti. L’ultima cena con i vecchi compagni di classe del liceo di Argenta: «È sempre stato il più bravo»

Il biologo 38enne ucciso a Santa Marta in Colombia è cresciuto a Longastrino e ha frequentato il Liceo scientifico ad Argenta. I vicini «Un orgoglio per il paese»

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Argenta Alessandro Coatti era andato via molto giovane, a Pisa prima e a Londra dopo ma il legame con il suo paese, Longastrino, la sua terra e gli amici è sempre rimasto molto forte. Prima di partire per il suo lungo viaggia si era trovato a Bologna con alcuni amici della vecchia 4ªA del liceo scientifico di Argenta e proprio in questa occasione aveva manifestato l’intenzione di andare in vacanza in Colombia da solo. Nonostante gli amici l’avessero sconsigliato supplicandolo di ripensarci, lui aveva già deciso. E poi il dramma.

Alessandro frequentò la 4ªA dal 2001 in poi risultando ogni anno fra i più bravi se non il più bravo della classe. Si è diplomato con il massimo dei voti. Nel 2005 anche il premio dal Liceo: «Alla presenza del sindaco Giorgio Bellini, si è tenuta ieri mattina all’istituto di istruzione secondaria “Aleotti-Minzoni” di Argenta, la consegna dei diplomi degli alunni del liceo scientifico e della dell’Ipsia. La preside, Roberta Monti di fronte a tutto il corpo docente, ai presidenti delle commissioni, ha citato due studenti Sylvie Tagliati e Alessandro Coatti del liceo, per una particolare menzione, una sorta di 100 e lode che scaturisce da un quinquennio sempre ad altissimi livelli di profitto riconfermato anche al momento dell’esame di maturità».

«È stato un mio compagno di classe - racconta un amico -. Una mente geniale, sempre bravissimo. Aveva il massimo dei voti in tutte le materie e si appassionava per ogni cosa che faceva». La vita lo ha portato lontano. Prima Pisa, poi a Londra dove inizialmente si sentiva libero, realizzato. «Ad un certo punto la vita di città gli è stata stretta ed ha avuto il bisogno di staccare, di restare più a contatto con la natura. Quando abbiamo saputo ci è mancato il fiato».

In paese

Lo scienziato era molto conosciuto a Longastrino. «Un po’ perché più o meno siamo cresciuti insieme, un po’ perché ha fatto una carriera incredibile ed era il nostro orgoglio», ci raccontano alcuni vicini. «Suo padre è molto riservato ma ogni tanto raccontava di questo figlio che viveva e lavorava all’estero e lo faceva con giusto orgoglio. Abbiamo saputo della sua morte al bar - vanno avanti -. Qualcuno ha visto il telefono ed è spuntata la sua foto con nome e cognome. Quando hanno iniziato a leggere pensavo ad uno scherzo, non riuscivo a capire. Anche perché tutti noi lo sapevamo in Inghilterra e la Colombia ci suonava nuova. Ho preso la bicicletta e sono corso a casa a dirlo a mia moglie, prima che lo vedesse dal telefono perché lei sì che lo conosceva bene». Lo sgomento è tanto.
L’incredulità anche. «Ho visto suo papà passare più volte con l’auto, avanti e indietro e adesso che ci penso in effetti era molto strano - continuano da via Bassa -. Era molto abitudinario, non erano i suoi orari. Ma sinceramente sto realizzando solo adesso...Siamo andati davanti casa ma non c’è nessuno fuori e non vogliamo disturbare. Perdere un figlio è tremendo, ma così...Nessuno sa quello che è successo, facciamo delle ipotesi ma roba da paese. Speriamo solo possano arrivare alla verità in qualche modo. Noi purtroppo non possiamo fare nulla, se non provare a stare vicino alla famiglia in ogni modo possibile».