Centro per migranti a Monticelli, il sindaco: "Così la comunità è a rischio, sono contraria"
Lisa Duò sulla possibile apertura di una struttura di accoglienza nella frazione di Mesola: "Poca integrazione e tensioni sociali"
Monticelli Si sta animando un acceso dibattito sulla possibile apertura di un centro di accoglienza per trenta migranti a Monticelli. Il sindaco di Mesola, Lisa Duò, inquadra la situazione. «È un argomento che suscita emozioni forti ed opinioni diverse - dice - ma come sindaco, sento il dovere di esprimere la mia posizione e di spiegare perché ritengo che questa iniziativa non sia nel migliore interesse della nostra comunità e, d’altro canto, come l’Amministrazione non possa impedire tale progetto».
«In primo luogo – continua il sindaco – è fondamentale considerare l’impatto sociale di un centro di accoglienza. Le nostre comunità sono caratterizzate da un forte senso di identità. L’arrivo di un numero elevato di immigrati potrebbe generare tensioni e divisioni tra i cittadini, minando la stabilità sociale che stiamo faticosamente mantenendo dati i repentini episodi di illegalità e di poco decoro derivanti proprio da comportamenti di cittadini non autoctoni. È nostro compito proteggere l’armonia della comunità».
«In secondo luogo - prosegue la Duò - la mancanza di servizi adeguati per la realizzazione di un futuro nella comunità ospitante da parte degli immigrati potrebbe portare a situazioni di isolamento e marginalizzazione. I nuovi arrivati potrebbero trovarsi in difficoltà e questo non farebbe altro che aggravare le problematiche sociali. Al momento non vedo garanzie sufficienti. Però la trattativa del progetto si svolge fra privati dove, appunto, la competenza amministrativa non ha voce in merito se non avere un parere discordante o controllare che la struttura abbia le caratteristiche tecniche richieste dalla legge».
«In conclusione - conclude Duò - vi assicuro che stiamo facendo il possibile perché non si realizzi il progetto, sempre nel rispetto di legalità e trasparenza. Tutto ciò non perché siamo persone che vadano contro i principi costituzionali, anzi ci riteniamo responsabili e attenti alle esigenze di tutti, anche degli immigrati che ancora non sono nostri compaesani. Crediamo che la nostra identità di mesolani abbia un “peso”, un valore, seppur sia un territorio piccolo, e riteniamo che non si possa acquisire solo con il sostegno sociale sostenuto dai soliti cittadini. Senza contare che, il territorio, facendo parte delle cosiddette “aree interne”, è considerato zona disagiatissima; significa che già la popolazione è lontana dai servizi essenziali come trasporti, sanità e istruzione, rendendo così impossibile, a nostro parere, una possibile integrazione».