Portomaggiore, chiude lo storico Amadeus Pub
Parla Andrea Tani, titolare del noto locale: «Ci abbiamo provato, troppi i fatti negativi»
Portomaggiore L’Amadeus Pub chiude i battenti. Un pezzetto di storia portuense ha girato l’ultima pagina. Non solo della ristorazione ma anche della socialità, del piacere di stare insieme sorseggiando birre di alta qualità e ascoltando sovente buona musica, anche dal vivo. Aperto nel lontano 1989 (tempo del crollo dei muri) quando i soliti tradizionalisti borbottavano “inutile, fuori posto, in aperta campagna” è diventato, invece, per 35 lunghissimi anni un fiore all’occhiello e un punto di incontro serale per tanti giovani (e non solo) ferraresi, ravennati e bolognesi. Ne parliamo con Andrea Tani, figlio del mitico Lucio, inventore e anima dell’Amadeus Pub e scomparso nell’ottobre del 2020.
Dopo decenni di buona gestione ora la chiusura. Cosa è successo?
«Prima di tutto desidero ricordare e ringraziare i tanti amici, avventori e frequentatori che hanno decretato il successo della formula creata da Lucio. Mio padre era fiero dell’Amadeus ma ripeteva sempre che solo il riscontro positivo della clientela giustificava l’orgoglio e la soddisfazione personale. Il locale era decentrato, fuori paese, non facile da trovare nelle nebbie invernali e senza Gps. Eppure, dopo il breve periodo di avvio era sempre pieno e ricco di vita».
Ma ora si chiude. Perché?
«Perché, se cade una roccia è un sasso che rotola, ma se ne cadono tanti tutti assieme è una slavina, una valanga di massi. Di che tipo? Il biennio del Covid. La morte del papà. La malattia mia e di mia madre, tutto in contemporanea. Quattro colpi tutti molto pesanti, in sequenza e non superabili con le mie sole forze».
Eppure per un po’ avete resistito.
«Ci abbiamo provato, riducendo, con gran dispiacere, il personale da 12 a 8 e infine a 6 membri. Abbiamo chiesto di fronteggiare insieme le difficoltà. Nei tempi buoni siamo stati una grande famiglia. In quelli grami qualcuno si è defilato. È comprensibile, succede. Ma a un certo punto il peso gestionale è diventato insostenibile. Di qui la dolorosa, dolorosissima, decisione di abbassare le saracinesche. Ora? Il locale è sul mercato. Lo stabile è in buone condizioni anche se dopo 35 anni (non 50 come ha scritto qualcuno) qualche intervento è sempre possibile».
Un ultima riflessione di commiato verso i tanti clienti del locale?
«Positivo e di riconoscenza verso amici e clienti; di amarezza per voci e parole che ci hanno ferito. Io e mia madre, non abbiamo dato alcun colpo di grazia all’Amadeus. Siamo solo stati costretti, dalle circostanze prima e dalle nostre malattie poi a non proseguire l’attività. Tutto qui, grazie».
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