Inquinamento dell’ex Amga. «Verificare la gestione comunale»
Italgas responsabile, ma per il Consiglio di Stato va approfondito il post 1964 per comprendere se vi sia stata una corresponsabilità delle municipalizzate del Comune di Ferrara
Ferrara Che l’inquinamento dell'area ex Amga in via Bologna, oggi oggetto di riqualificazione, fosse stato provocato dall’attività dell’allora Società italiana per il gas è dato per certo. Che non vi sia stato alcun contributo da parte di chi è venuto dopo (le municipalizzate Amga, poi divenuta Agea e confluita in Hera), dal 1964 in poi, è invece un fatto che doveva essere approfondito e non è stato fatto. Il Consiglio di Stato, con una sentenza pubblicata il 15 aprile scorso, ha riformato la decisione adottata in primo grado dal Tar dell’Emilia-Romagna e ha annullato il provvedimento con il quale Arpae aveva identificato la società Italgas quale responsabile unico dell’inquinamento del sito e che dunque avrebbe dovuto pagare la bonifica secondo il principio «chi inquina paga».
La decisione è fondata, nella sostanza, su due presupposti. Il primo è che l’Arpae non ha effettuato un’istruttoria approfondita per verificare se anche dopo la cessione dell’area al Comune – avvenuta nel 1964 – vi sia stata attività, da parte delle società municipalizzate, idonea a inquinare il sito. Il secondo è che a Italgas non è stata data la possibilità di partecipare al procedimento amministrativo, essendo stato comunicato il suo avvio alla Snam, nell’erronea convinzione che Italgas fosse una società a questa afferente e nonostante la stessa Snam avesse esplicitato l’assenza di rapporti dal punto di vista proprietario, ora come allora.
La sentenza del Consiglio di Stato non cancella il riconoscimento della responsabilità di Italgas nell’inquinamento dell’ex Amga (in particolare per la presenza di sostanze di scarto, come la catramina, derivante dalla produzione di gas, e altre sostanze che hanno contaminato le acque), ma richiede che Arpae verifichi un’eventuale corresponsabilità da parte dell’Amga (Azienda municipalizzata gas e acqua, divenuta poi Agea e confluita in Hera) che per anni ha usato l’area per l’attività di distribuzione del gas, utilizzando la catramina presente per l’impermeabilizzazione delle tubature. Nelle parole del Consiglio di Stato, «avrebbe dovuto essere verificato se – tra 1946 e 2016 – vi fosse stata una corretta gestione di tale materiale, secondo le discipline via via succedutesi nel tempo». E in tutto questo, Italgas avrebbe dovuto poter interloquire in via formale nel procedimento amministrativo che ha portato alla determina di Arpae.