Mesola ancora senza Postamat, gli abitanti vogliono risposte
Lo sportello era stato fatto saltare nel settembre scorso
Mesola All’alba dello scorso 22 settembre il Postamat dell’ufficio di Poste italiane di piazza della Vittoria a Mesola fu fatto saltare procurando lo squarcio dello sportello automatico ed il danneggiamento della vetrina dell’ufficio. Quest’ultima fu riparata ma da quel giorno, e a tutt’oggi, lo sportello automatico non è stato ancora ripristinato. In realtà molto probabilmente si stanno aspettando i lavori di ristrutturazione, già previsti nell’ambito del progetto Polis, ma intanto i cittadini chiedono spiegazioni.
È Florindo Massarenti di Mesola, utente insoddisfatto di Poste italiane, a raccontare questa vicenda. «Dopo l’esplosione di quella notte – dice – la vetrina è stata riparata con delle assi di legno ma lo sportello automatico non è stato più riattivato con considerevole e comprensibile disagio da parte di noi clienti. Per circa un mese dopo “la spaccata” con l’ufficio chiuso per i lavori, anche grazie all’amministrazione comunale, i volontari locali hanno accompagnato i pensionati in altri uffici postali per prelevare le pensioni poi è arrivato a Mesola anche un camper di Poste Italiane come ufficio temporaneo quindi l’ufficio è stato riaperto ma non lo sportello automatico per il quale non hanno mai affisso nemmeno un cartello informativo. Dopo le nostre richieste tra dicembre e gennaio si vociferava che il servizio sarebbe stato ripristinato a febbraio ma non è successo».
È arrabbiato e deluso Massarenti: «Allo stato attuale – continua – funziona solo il servizio allo sportello e bisogna fare la fila anche solo per prelevare i soldi; sia chiaro che io non me la prendo con gli impiegati che a volte non possono essere tutti a disposizione del pubblico perché impegnati in altre pratiche dell’ufficio oppure in quelle coi clienti che richiedono tempo ma un conto era avere a disposizione uno sportello per mezzo del quale si svolgono diverse operazioni e un conto è restare in fila anche per mezz’ora o trequarti d’ora».
Tutto questo poi porta anche a un potenziale aggravio dei costi. «Posso anche svolgere queste operazioni presso uno sportello bancomat o dal tabaccaio – prosegue Massarenti – ma, essendo io un correntista postale, pago di più di quanto pagherei usando i servizi di Poste Italiane. Mi sento preso in giro – conclude amaramente – perché da settembre non dicono niente e non c’è nemmeno un cartello informativo; non mi stanno garantendo il servizio che mi era stato garantito e che io pago e credo che sia un comportamento poco responsabile. Almeno dopo la prima esplosione del 2018 il Postamat, che non c’è nemmeno a Bosco e bisogna andare fino a Goro o a Taglio di Po in Veneto, fu ripristinato ma stavolta sono mesi che attendiamo. Quando sarà rimesso lo sportello Postamat?».
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