Ferrara, la droga dall’Albania: condanna definitiva per il “gancio” in città
Sette anni e otto mesi di reclusione per un macedone di 48 anni ritenuto il contatto in terra estense dell'associazione a delinquere dedita al narcotraffico
Ferrara Secondo i giudici era il braccio ferrarese di un’associazione a delinquere dedita al narcotraffico legata alla criminalità albanese. Era lui il tramite usato per inondare la provincia estense di stupefacenti, in particolare di cocaina, ma non solo. In uno dei capi di imputazione è accusato di aver contribuito a smerciare 7,5 kg di polvere bianca.
Da circa un mese è divenuta definitiva la condanna a sette anni e otto mesi di reclusione decisa dalla corte d’appello di Bologna nei confronti di Hatim Husejini, un uomo macedone di 48 anni da diverso tempo stabilitosi nel territorio ferrarese, dove aveva anche gestito alcune attività legate alle automobili e al montaggio di carpenteria pesante. Husejini era stato condannato in abbreviato dal tribunale di Bologna a 9 anni di reclusione per l’appartenenza all’associazione criminale e per varie attività di traffico di stupefacenti nella via Emilia. La sentenza era poi stata riformata in appello, con una riduzione della pena. La Cassazione ha infine respinto il ricorso presentato dagli avvocati Fausto e Giuseppe Bruzzese del Foro di Bologna, rendendo la sentenza d’appello definitiva. L’uomo si trova al momento in stato di detenzione domiciliare, motivata dal suo precario stato di salute.
Il suo nome era conosciuto negli ambienti investigativi da tempo, ma era emerso nelle cronache ferraresi per un altro motivo, molto meno importante (anche se con una sua intrinseca gravità): venne arrestato perché, insieme a un figlio, aveva malmenato un carabiniere dopo averlo visto in compagnia della sua ex moglie, mentre si recava al Sant’Anna per questioni mediche. Gli venne contestata l’evasione, ma l’accusa cadde davanti al giudice. Per le lesioni risulta essere ancora in corso un processo davanti al giudice di pace. Più di recente il suo nome era ricomparso ancora legato al traffico di stupefacenti. Era il venditore di una partita di cinque chili e mezzo di marijuana, ceduta nel settembre del 2020 a un acquirente italiano, un operaio che, in un’altra occasione, venne trovato poi in possesso di 15 kg di stupefacenti tra cocaina, hashish e marijuana, stoccati in più posti tra cui anche gli armadietti di un ambiente dove lavorava, in una ditta del Polo chimico.
Proprio al periodo tra i mesi di agosto e settembre del 2020 sono legati i fatti inseriti nel processo per l’associazione a delinquere, smantellata con un’operazione della Squadra mobile di Reggio-Emilia, dove il gruppo sembrava avere il centro operativo. L’operazione portò a sequestrare 34 chilogrammi di marijuana e 3 chilogrammi di cocaina - droga che arrivava dall’Albania e viaggiava per mezzo Stivale per poi rifornire l’Emilia, Ferrara compresa - e a scoprire, almeno in parte, il sistema di riciclaggio del denaro sporco, con il sequestro di 79mila euro in contanti, destinati all’esportazione illegale in Albania.
Husejini è emerso come il braccio ferrarese dell’associazione. Il suo punto di aggancio era Alfred Lecini – anche lui condannato in via definitiva –, albanese di 43 anni, considerato inizialmente uno dei vertici dell’organizzazione criminale in Emilia, ma in realtà fungeva più da tramite con altri gruppi per lo smercio. I loro contatti sono emersi tramite le intercettazioni e i pedinamenti. In una conversazione con un terzo uomo rimasto ignoto, Lecini si vantava di avere in Italia chi lo avrebbe aiutato a smerciare lo stupefacente: il riferimento era probabilmente proprio a Husejini.
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