Stanze e mini appartamenti, a Ferrara boom dei canoni di affitto
La città fa segnare +45% dal post Covid, in linea con le città universitarie. Per Immobiliare.it rincari record nelle tipologie “da studenti”
Ferrara Esplodono i canoni di affitto nelle città universitarie e Ferrara non fa certo eccezione. Secondo le rilevazioni del portale Immobiliare.it, negli ultimi quattro anni, cioè a partire dal momento più basso del mercato per via del Covid, l’affitto per le tipologie di alloggio più richieste dagli studenti, cioè trilocali e singole stanze, sono aumentati nella città estense di poco meno del 50%, quindi una media di poco più del 10% all’anno. Siamo poco al di sotto delle mega città universitarie, come Bologna e Firenze, e nella fascia alta degli aumenti degli altri centri con università medio-grandi, anche del centro-sud. E i rappresentanti degli inquilini tornano ad insistere sui contratti a canone concordato e sull’esigenza di costruire «dei veri studentati, di dimensione adeguata alle necessità degli studenti Unife».
Il quadro
L’indagine è condotta sulla base del traffico del portale leader in Italia, ed è basata sulla divisione tra mega e grandi atenei, e le relative città che li ospitano, secondo la classificazione del Censis: nella prima categoria ricadono centri come Padova, Bologna, Roma, Palermo, Milano, Pisa, Torino, Firenze e Milano, mentre nei secondi sono inserite 14 realtà tra le quali appunto Ferrara. Si prende come punto di riferimento il 2021, quando il mercato era appunto ai minimi a causa delle restrizioni ai movimenti e alle presenze fisiche che evidentemente incidevano non poco nella richiesta di affitti da parte dei fuori sede. In linea di massima sono le città con mega atenei ad aver visto crescere in maniera più consistente i canoni delle tipologie “studentesche”: a Bologna una camera a libero mercato si paga ormai 651 euro al mese, +73% negli ultimi quattro anni, rispetto all’aumento per mono, bi e trilocali del 30%; a Padova la stanza arriva a 508 euro (+61%), a Firenze 618 euro, a Roma 577 euro. La più cara resta Milano, dove un posto letto si viene a pagare ormai 714 euro al mese, +44%, mentre il bilocale si è rivalutato “solo” del 27%.
Per quanto riguarda le città sedi di grandi atenei statali, svetta Trento con +73% di costo d’affitto di una stanza, ormai a quota 549 euro al mese, una crescita oltre il doppio di quella per mono, bi e trilocali; seguono Venezia e Modena, dove una stanza si paga 493 euro.
Ferrara mostra una dinamica simile anche se un po’ particolare. Infatti l’affitto del trilocale si è rivalutato più di quanto abbia fatto il costo mensile di una stanza, siamo rispettivamente al +49% e +41%, e quest’ultima si trova sul portale a 375 euro al mese. Di meno si spende a Genova, Pavia, Udine, perfino a Parma.
Le considerazioni
Maurizio Ravani, segretario del sindacato inquilini Sunia, mostra una certa sorpresa di fronte a questi incrementi, «ma bisogna considerare che si parla di mercato libero, e lì effettivamente possono capitare anche richieste di questo tenore, vista la grande disparità tra domanda e offerta che ancora esiste. Per questo bisogna insistere sui contratti a canone concordato che tutelano sia i proprietari che gli inquilini». L’ultimo rinnovo a Ferrara ha portato ad un aumento del 7-8% rispetto al precedente quinquennio (la variazione dipende da una griglia di caratteristiche e migliorie dell’alloggio), «a breve andremo a firmare a Cento, mentre Argenta e Portomaggiore hanno già rinnovato. Dove esistono questi contratti funzionano, centinaia a livello provinciale, nonostante lo scetticismo dei proprietari - incalza il rappresentante degli inquilini - che all’inizio della trattativa chiedevano rincari dal 15 al 18%: i risparmi fiscali sono consistenti». Anche del 50%, applicando la cedolare secca. Finché ci saranno studenti in condizione di bisogno, è la conclusione del ragionamento del rappresentante Sunia, «si troverà sempre chi tenta di approfittarsene sul mercato libero: i posti negli studentati sono del tutto insufficienti».