Gaibanella resta senza la sua storica macelleria
Luca Falchieri: «Decisione non facile, sono al bancone da quando avevo sedici anni. Ora vogliamo riposarci»
Gaibanella Una bottega che chiude rappresenta sempre una perdita per il territorio, portando via con sé tanti ricordi, momenti di vita che si sono snodati attorno ad essa e che finiscono per legare indissolubilmente le persone che ne sono state protagoniste, da una parte all’altra del bancone. Tantopiù se a chiudere è un negozio con alle spalle ben 129 anni di attività, condotto sempre dalla stessa famiglia, e talmente legato alla frazione al punto quasi da identificarsi con essa. Stiamo parlando della Macelleria Falchieri di Gaibanella per la quale il prossimo 3 maggio sarà l’ultimo giorno di apertura. Una storia quella della “Bottega delle Carni Falchieri” che è allo stesso tempo la storia di una famiglia e di un paese, una tradizione tramandata di padre in figlio per generazioni, e sullo sfondo sempre Gaibanella a farne da cornice, con le sue vicende, le sue storie, i suoi personaggi, che si intrecciano ad essa come fosse un’unica trama.
Una storia che parte lontano nel tempo, e in realtà alcuni chilometri di distanza da Gaibanella: la Bottega delle Carni Falchieri nasce infatti nel 1896 a Passo Segni, fondata da Romano Falchieri con la moglie Adele, bisnonni dell’attuale titolare Luca Falchieri. Ai fondatori succedettero poi il figlio Ulisse con la moglie Giuseppina, i quali nel 1935 trasferirono l’attività a Gaibanella in via Brigata Partigiana Babini, prima a fianco della Tabaccheria Mascellani per poi spostarsi nel 1956 nell’attuale collocazione.
Il testimone passò quindi al figlio Romano che con la moglie Vanna consolidò ulteriormente il legame con il paese, tant’è che il loro ricordo è infatti ancora molto vivo e sentito tra la gente. Fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2018, era normale vedere Romano in negozio ad aiutare il figlio e la nuora e scambiare due parole con gli avventori, sempre con la sua proverbiale gentilezza e simpatia. Quindi è stata la volta di Luca. Carattere sempre allegro e scherzoso, ha sempre una battuta pronta per ciascuno che entra nel suo negozio.
«Se una volta capita che sono sovrappensiero e non scherzo, subito tutti si preoccupano» afferma ridendo. Anche per questo motivo sia lui che la moglie Barbara, fondamentale sostegno sempre al suo fianco nella conduzione del negozio, hanno saputo farsi benvolere dal paese come chi li ha preceduti.
Celebri, oltre alle carni fresche, i famosi insaccati di Falchieri «tutti fatti in casa da noi” come afferma orgoglioso Luca quali cotechini, la rinomata salsiccia di castrato, oppure la salamina da sugo o il salame all’aglio, che tanti premi gli sono valsi in altrettanti concorsi, dalla “Miglior salama da sugo” del “Firon d’Marara” nel 2001, al più recente Trofeo del Salame di Scortichino, vinto per diversi anni consecutivi. Sono stati Luca e Barbara a portare questa storica macelleria fino ai giorni nostri, coronandone la storia con il riconoscimento di Bottega Storica, ricevuto lo scorso febbraio dal sindaco Alan Fabbri.
Ora però è arrivato il momento della meritata pensione. «Sono dietro a questo bancone da quando ho 16 anni – afferma Luca – la decisione non è stata certo facile, ma dopo 48 anni ora ci serve un po’ di riposo, e soprattutto adesso vogliamo goderci le nostre tre nipotine».
«Certo il dispiacere c’è – gli fa eco Barbara – ma ora è giusto così». «Quante che ne ho viste qua dentro, ci potrei scrivere un libro! – scherza Luca – una cosa però ci tengo davvero a dirla: noi con la nostra gente ci siamo sempre trovati benissimo, il rapporto è sempre stato ottimo e a tutti voglio rivolgere il mio più sentito ringraziamento per i tantissimi anni passati assieme, che sono stati davvero speciali». Un sentimento di stima, amicizia e riconoscenza quello verso Gaibanella e la sua gente che certamente è reciproco.
Da sempre infatti la Macelleria Falchieri è un vero e proprio punti di riferimento per il paese, non solo una bottega dove si va per acquistare, ma uno di quei luoghi famigliari dove ci sente un po’ come a casa propria, dove capita ci incontrarsi e scambiare due parole, un di quei posti che per gli abitanti di Gaibanella fanno parte della loro vita da sempre.
E ora sarà davvero difficile immaginarsi Gaibanella senza la Macelleria Falchieri. “Come faremo adesso?” è una delle frasi che più spesso si sente ripetere per le vie del paese. C’è chi sdrammatizza con una battuta “an sarà mina un quel da far! ”, chi come l’ex parroco incredulo esclama: “quest chi l’è propria un scherz da pret!”. La speranza ora è che qualcuno possa rilevare l’attività, contrastando così un fenomeno di desertificazione delle frazioni, cui purtroppo si assiste già da tempo. «Il giro di sicuro non manca, se qualcuno la volesse rilevare noi saremmo ben felici» – afferma Falchieri. Nella speranza che questa storia possa continuare, si chiude intanto un lungo capitolo nella storia di Gaibanella, destinato a lasciare un’impronta indelebile su questa sponda del Primarol
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