Boara, colpiti con il fucile da sub dal cugino. Coniugi Collini fuori pericolo
Il figlio Luca: «Mamma e papà stanno meglio, ma rimangono in prognosi riservata. Grazie a tutti per l’affetto». Oggi l’udienza per la convalida dell’arresto di Sergio Borea, l’aggressore
Boara «I miei genitori sono fuori pericolo». Ieri mattina Luca Collini, figlio di Lauro Collini e Graziana Arlotti, feriti dal cugino a colpi di fiocina, ha ricevuto la bella notizia dai medici. La mamma in un primo momento era stata portata all’ospedale Sant’Anna di Cona per poi però essere trasferita anche lei al Maggiore di Bologna (Lauro Collini era stato portato direttamente lì venerdì sera con l’elisoccorso), perché la ferita alla trachea è apparsa più grave di quanto pensato in un primo momento. Collini è ancora in terapia intensiva e non può ricevere visite, mentre Arlotti in medicina d’urgenza, entrambi in prognosi riservata. I figli sono sempre con loro, la famiglia sta ovviamente passando un momento molto difficile ma «l’affetto e la vicinanza nei confronti di Lauro e Adriana è davvero enorme. I nostri genitori sono molto amati, persone gentili e disponibili e le mille telefonate lo dimostrano».
In aula
È stata fissata per oggi pomeriggio l’udienza per la convalida dell’arresto di Sergio Borea, lo sparatore. Borea non è un parente diretto, ma è il marito della cugina di Lauro Collini, deceduta nel mese di marzo dopo una lunga malattia. Il loro unico figlio, Alex, non era in casa al momento dell’aggressione ma la sua posizione in ordine a questa vicenda potrebbe essere significativa. Il ragazzo venerdì, giorno di festa, si trovava a quanto pare da alcuni parenti quando ha ricevuto la telefonata del padre. Sergio Boera gli ha chiesto di raggiungerlo al centro commerciale le Mura, di farsi accompagnare perché doveva lasciargli l’auto. E così è stato. Alex Borea sostiene non aver saputo nulla fino al suo ritorno. Che tra le due famiglie ci fossero delle tensioni è ormai ovvio. Ma anche a detta di Luca Collini, niente che avrebbe mai fatto minimamente immaginare una simile reazione. Manca dunque il perché, il motivo scatenante di una violenza così spropositata: sparare con un fucile da pesca subacquea – due in realtà – è una cosa gravissima e per certi versi assurda. Per capire cosa sia passato per la testa di Sergio Borea, 64 anni, che venerdì ha anche tentato di uccidere i suoi vicini-parenti acquisiti, in via Copparo a Boara, sanno molto probabilmente nominati dei consulenti, dei periti. Intanto, se oggi l’arresto sarà convalidato, difficilmente Boera in questo momento potrà pensare di tornare a casa e di ottenere i domiciliari. La situazione è complessa, le due famiglie abitano l’una di fronte all’altra, con un grande giardino che una volta faceva parte tutto della stessa proprietà.
Adesso Borea è indagato per tentato duplice omicidio, e una volta stabilizzate le sue condizioni dopo un tentativo di suicidio, è stato trasferito nel carcere dell’Arginone in custodia cautelare. Nei giorni scorsi ha incontrare il suo legale, l’avvocato Massimo Bissi e per oggi pomeriggio è fissata l’udienza di convalida del fermo disposto dal procuratore Andrea Garau e dalla sostituta procuratrice Ombretta Volta, che coordina le indagini. Proprio oggi potrebbe fornire ai magistrati la sua versione, i suoi perché anche se pare si ricordi poco o nulla di quanto accaduto. Borea era già noto alla giustizia per diversi precedenti, l’ultimo emerso nelle cronache era di qualche anno fa, legato a un raggiro a un’anziana, dalla quale, stando alle accuse, si era fatto dare 285mila euro. Venne condannato in primo grado a tre anni e tre mesi di reclusione.