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La sentenza

Ferrara, scontri fra tifosi dopo Spal-Parma. 13 assolti e 6 condannati

Annarita Bova
Ferrara, scontri fra tifosi dopo Spal-Parma. 13 assolti e 6 condannati

Erano 19 gli ultras spallini a processo per i disordini dopo la partita che decretò la retrocessione dalla serie B alla serie C. Si aspettano le motivazioni della sentenza

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Ferrara Tredici assoluzioni e sei condanne per gli ultras della Spal, con pene comprese tra 1 anno e due mesi e 1 anno e 10 mesi. A processo 19 tifosi spallini per i disordini dopo la partita tra Spal e Parma del 13 maggio 2023. Agli imputati sono stati contestati a vario titolo il lancio di materiale pericoloso, la resistenza a pubblico ufficiale aggravata e le lesioni personali aggravate per l’aggressione a colpi di cinghiate all’agente di Polizia.

Ieri mattina la sentenza e gli avvocati Andrea Ferrari e Alex De Anna aspettano adesso di leggere le motivazioni che arriveranno tra circa 15 giorni. «Io difendo una sola persona - spiega De Anna -, che è stata condannata. Il pm aveva chiesto un anno e dieci mesi e la pena stabilita è di un anno e sei mesi. Certamente andremo in Appello ma aspettiamo un attimo di capire come muoverci. Avevamo fatto la richiesta di messa alla prova ma la stessa è stata ritenuta inammissibile. Il reato di cui è chiamato a rispondere il mio assistito è resistenza a pubblico ufficiale, capiremo in che direzione dunque andare». Può ritenersi soddisfatto l’avvocato Ferrari, considerato che su 18 imputati le condanne sono state cinque e vanno appunto da un anno e due mesi a un anno e dieci mesi. «Siamo in attesa di capire - conferma Ferrari -, e quindi ci muoveremo di conseguenza».

I fatti riguardano fatti avvenuti dentro ma soprattutto fuori dallo stadio in occasione del “derby” tra le due formazioni emiliane, che segnò la retrocessione della squadra biancazzurra dalla serie B alla serie C. I problemi erano cominciati già all’interno del Mazza quando, a causa del lancio di un fumogeno, fu necessario sospendere la partita per alcuni minuti. I disordini erano poi proseguiti alla fine del match, tra corso Vittorio Veneto e via Cassoli con lanci di bottiglie e un inizio di guerriglia urbana che venne interrotto sul nascere dal Reparto Mobile della Polizia di Stato che, nonostante fosse stato forzato il cordone di sicurezza degli steward, riuscì a impedire che le due fazioni ultrà venissero a contatto. Nei corso dei tafferugli un sovrintendente della Polizia di Stato venne ferito con un colpo di cinghia e portato all’ospedale di Cona per essere medicato con un punto di sutura. L’agente, assistito come parte civile dall’avvocato Luca Morassutto, era uscito dal processo a seguito di un risarcimento.