L’ex direttore di supermercato accusato da 12 dipendenti di violenza sessuale e maltrattamenti: «Volevo solo scherzare»
In tribunale a Modena per la prima volta ha parlato l’uomo di 62 anni arrestato il 6 ottobre 2022 a Pavullo: «La mia è maleducazione, purtroppo la mia generazione soprattutto in montagna è solita parlare così. Chiedo scusa»
PAVULLO. «La mia era maleducazione generazionale, e me ne sono reso conto purtroppo solo a posteriori. Chiedo ancora una volta scusa. Purtroppo la mia generazione, soprattutto in montagna, è solita parlare così quando si scherza. Anche se capisco che, mentre per noi è sempre stato chiaro che si trattasse di semplici battute, per il mondo moderno la cosa potrebbe non essere più tollerabile».
Così ieri, per la prima volta in dichiarazioni pubbliche, il 62enne ex direttore di supermercato a Pavullo accusato da 12 dipendenti di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti che hanno portato al suo arresto il 6 ottobre 2022. Ieri doveva essere sentito, ma a sorpresa, in accordo con il suo avvocato Guido Sola, ha deciso di non essere interrogato ma di leggere una lunga spontanea dichiarazione su tutto il caso. Respingendo con forza le accuse.
La replica alla 25enne
A partire quella della ragazza oggi 25enne che con la sua denuncia ha dato il via all’indagine. Disse che il 18 maggio 2022, mentre stava sistemando i polli in gastronomia, il direttore si avvicinò, la afferrò al collo annusandole il collo ed emettendo un gemito con la bocca contro il suo orecchio destro. Lei rimase impietrita: ebbe un attacco di panico e andò subito a fare denuncia. «È vero che andai da lei – ha detto il direttore – ma era per dirle che le avrei dato ferie per tutta la settimana successiva, nonostante lei mi avesse chiesto solo il weekend. E nonostante il fatto che, a causa delle sue continue assenze, mi fossi già visto costretto a ridimensionare il suo monte-ore. Ma non l’ho afferrata per il collo: le ho messo una mano sulla spalla e mi sono avvicinato per parlarle in modo riservato. Non è vero che abbia emesso gemiti. Non so perché lei abbia pensato che intendessi avere nei suoi confronti attenzioni sessuali». Il direttore ha ammesso la sua rabbia quando ha saputo della denuncia, «ma perché temevo lo “sputtanamento” che ne sarebbe conseguito, e che mi avrebbe danneggiato nei rapporti di lavoro».
Le altre denunce
Il direttore ha respinto anche le accuse di tutte le altre donne. Alla cinquantenne che ha detto che le aveva messo la lingua in bocca in ufficio, e che poi si licenziò, ha ribattuto: «Di baci con lei, nel tempo, ce ne sono stati tanti. Ma gestiva davvero male il suo reparto. Ed è stato solo dopo il suo trasferimento che ha iniziato a parlare male di me. Ma che violenza può aver subito, se a novembre 2021 mi chiedeva di poter tornare a lavorare da me?». Alla 30enne che ha detto che al primo colloquio di lavoro lui le avrebbe chiesto se faceva sesso orale, ha ribattuto: «Pensate che una ragazza che si sente fare una richiesta simile possa poi rispondere, com’è avvenuto: “Ok, comincio a lavorare lunedì mattina?”. Forse ha deciso così perché ha capito che ero innocuo?».
Ha ammesso di aver fatto battute a sfondo sessuale con diverse altre ragazze, ma anche con i ragazzi, e anche con persone che non hanno mai lavorato per lui. «Ma erano battute reciproche, e circoscritte a pochi momenti».
Ha incalzato anche i carabinieri che hanno condotto le indagini: «Sono state sentite solo 12 persone, tutte di sesso femminile. In 30 anni a Pavullo più di 300 persone, uomini e donne, hanno lavorato per me. C’erano tante altre persone che potevano davvero riferire in merito al mio modo di essere. Come potevo molestare le ragazze in un punto vendita che ha tutti gli spazi aperti? Perché non hanno visionato i filmati delle telecamere, che sono ovunque?».
Come imprenditore
«Mi si è dipinto come una persona che passava le giornate a “giocherellare” con i dipendenti. Se fossi stato questo – ha osservato – negli anni non sarei certamente arrivato dove sono arrivato. Prima di questo processo, gestivo anche altri cinque punti vendita in provincia. Io sono giunto a Pavullo senza un lavoro e senza un soldo. E so bene cosa significhi aver bisogno che qualcuno ti dia fiducia quando devi ripartire nella vita. L’accusa di aver umiliato le mie dipendenti non mi fa ancora dormire la notte. Perché io ho sempre aiutato chiunque lavorasse per me: ho stabilizzato persone in difficoltà ad avere un mutuo, prestato soldi, anticipato dei trf oltre il dovuto. A parte i pochi licenziamenti disciplinari di chi spariva, non ho mai licenziato nessuno. Cosa che “non esiste” nel mondo della grande distribuzione, in 30 anni io non ho mai contestato nessuna infrazione disciplinare. E non perché non va ne fossero le ragioni. Si è detto che sono ricco e potente, ma non sono facoltoso: abito in 140 metri quadri. Soprattutto, non sono un intoccabile. Ho sempre operato, anche a livello aziendale, nell’assoluto rispetto della legalità. Meritavo questi schizzi di fango?».
© RIPRODUZIONE RISERVATA