«Atti osceni davanti a noi ai laghetti di Campogalliano»: due vigili accusano l’ex carabiniere, espulso dall’Arma ma pronto a difendersi. La ricostruzione
Gli agenti della polizia locale hanno testimoniato in Tribunale. L'ex militare, un 30enne di Roma residente a Modena, è scoppiato in lacrime davanti al padre. Il suo avvocato: «Le accuse non reggono e lo dimostreremo, per lui è fondamentale dimostrare la sua innocenza così da poter chiedere il reintegro»
CAMPOGALLIANO. L’accusa nei confronti dell’ex carabiniere è pesante: aver compiuto atti osceni davanti a due agenti della polizia locale. Ma la difesa, dopo la testimonianza degli stessi vigili, è convinta di poter dimostrare che le cose in realtà sono andate molto diversamente.
La vicenda
Lui è un ex carabiniere oggi 30enne, originario di Roma ma tuttora residente nel Modenese dove gestisce una piccola impresa. Il caso risale all’agosto 2021, tardo pomeriggio. Allora il giovane era un carabiniere in ferma prefissata quadriennale. In un giorno libero dal servizio, si è recato ai laghetti di via Albone, a Campogalliano, per pescare, come aveva fatto altre volte. È successo che si è imbattuto in un’auto e ha voluto approfondire chi ci fosse dentro, perché come carabiniere stava svolgendo indagini su una persona che frequentava quella zona. Ha riconosciuto due vigili all’interno, un uomo e una donna, e da qui le versioni divergono. I due sostengono che il giovane si sia denudato davanti a loro, mostrando i genitali e cercando di giustificarsi dopo dicendo di essere lì per un’indagine su un giro di prostituzione. «Lui invece nega categoricamente di averlo fatto – sottolinea il suo avvocato Michela Scafetta del Foro di Roma – ma di essere rimasto sorpreso nel vedere questi due vigili in un tale contesto appartato, e lei in abiti succinti». Fatto sta che il vigile e la vigilessa l’hanno denunciato per atti osceni, e lui è stato rinviato a giudizio. La sua imputazione, come da prassi, è risultata incompatibile con la sua permanenza nell’Arma, e per questo è stato espulso dai carabinieri. Ha perso il lavoro insomma, per questa vicenda.
L’udienza
Ieri mattina hanno testimoniato i due agenti, chiamati sia dal pm che dalla difesa dell’ex carabiniere. «L’uomo ha confermato l’accusa, dicendo che il mio assistito si è denudato – spiega l’avvocato Scafetta – la collega donna invece non è stata così decisa nella testimonianza: ha ribadito l’accusa solo dopo essere stata più volte sollecitata dal pm e solo dopo aver letto la relazione di servizio. È emerso di contro che i due vigili, pur essendo in orario di servizio, non avevano la radio d’ordinanza accesa. Ci riserviamo di valutare l’attendibilità e la veridicità del racconto dei due agenti, che non si sono costituiti parte civile, e di procedere di conseguenza». Insomma, si preannuncia battaglia, in vista della prossima udienza fissata per il 1° aprile, quando verranno sentiti gli ultimi testimoni del pm, che sono poi gli stessi citati dalla difesa, che si dice sicura delle proprie ragioni.
All’udienza di ieri ha partecipato anche l’ex carabiniere assieme a suo padre, un maresciallo ex comandante di stazione. «Il mio assistito – chiosa l’avvocato Scafetta – al termine dell’udienza si è sciolto in lacrime davanti al padre: ha capito che il castello di accuse mosso contro di lui non regge, e lo dimostreremo chiaramente nelle prossime udienze. Per lui è fondamentale poter dimostrare la propria innocenza e venire assolto, così da poter chiedere al termine del processo il reintegro nell’Arma, e realizzare in questo modo il sogno suo e di suo padre».
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