I genitori ricordano Giada, morta a 12 anni per un malore: «Era il nostro sole»
La ragazzina scomparsa a Pasquetta mentre era al mare ai Lidi ferraresi
MODENA. «Di Giada non dimenticherò mai una cosa: quando riusciva a farmi ridere, anche se ero arrabbiata. Ci riusciva sempre».
Natalina Militello piange la sua bambina di 12 anni, Giada Fratucello, morta a causa di un malore il giorno di Pasquetta, mentre giocava. Era in spiaggia, a Lido Nazioni, quando la tragedia si è consumata in pochi istanti: si è accasciata e ha smesso di respirare. Nemmeno il trasporto d’urgenza all’ospedale ferrarese di Cona è servito a salvarla.
«Non c’erano mai stati segnali di possibili problemi fisici», ricorda il papà Simone con la voce spezzata dal dolore. Gli accertamenti autoptici hanno evidenziato una grave patologia, del tutto silente, che purtroppo è stata fatale.
Mamma e papà
Mamma e papà ora piangono la loro dodicenne, che frequentava le scuole medie alle Calvino di Modena, ma che aveva anche tante passioni che coltivava con entusiasmo. Come tanti all’inizio dell’adolescenza, anche Giada inseguiva un futuro che nella sua mente era già in parte delineato. «Stava imparando lo spagnolo – racconta ancora mamma Natalina – Ci teneva molto, perché un giorno le sarebbe piaciuto raggiungere lo zio Nik, mio fratello che vive là. Voleva andare in Spagna per stare anche con sua cugina».
Tanti erano i colori della vita di Giada, sgargianti e brillanti come una tavolozza: anche lo sport aveva un posto importante. «Faceva kickboxing allo Shoot Team, la palestra qui a Modena. So che ieri gli allievi hanno osservato un minuto di silenzio in sua memoria e che sabato verranno ai funerali».
Il ricordo
Mentre Natalina parla, le scorrono davanti agli occhi i tanti giochi dell’infanzia: «Amava moltissimo fare la dottoressa, stare con gli altri bambini, uscire. E poi le passeggiate con il nonno. Giada era così: semplice e solare». Il legame tra madre e figlia era speciale e profondo: «Se penso a una fotografia che ci rappresenti, immagino Giada che fa le facce buffe o che improvvisa un balletto strano per farmi sorridere. Quando mi arrabbiavo, arrivava lei e trasformava i momenti bui in buonumore». Era anche molto matura per la sua età: «Andava a scuola da sola e non perdeva mai una lezione in palestra – ricorda papà Simone con orgoglio – E pensare che sapeva anche farsi la pasta. Era già molto autonoma. Una bambina spiritosa, sempre pronta a ridere, con quella spensieratezza tipica della sua età, ma anche una profonda gentilezza».
Nelle parole di Simone emerge anche lo spirito altruista di Giada: «Era sempre lei a occuparsi dei bambini della famiglia, li cambiava, li gestiva, li accudiva». Un’unione profonda, quella con il papà: «Fino a poco tempo fa dormiva ancora con me. Era molto legata alla famiglia, voleva un bene immenso alla nonna. Davvero, una bambina speciale».
L'addio
Le esequie di Giada, che lascia anche una sorella, si terranno sabato 26 aprile alle 11 nella chiesa di San Paolo Apostolo, in strada Comunale Luzzo 130. Una comunità intera si stringerà attorno alla famiglia per salutare Giada. Una bambina piena di sogni, di luce e di amore.
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