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Dal campo alla tavola: una storia italiana che ha fatto la storia del cibo

Dal campo alla tavola: una storia italiana che ha fatto la storia del cibo

Un secolo di innovazione partita da un imprenditore illuminato che ha trasformato l'agricoltura italiana e cambiato per sempre le abitudini di milioni di famiglie

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Ferrara Questo articolo dovrebbe iniziare con un “C’era una volta”, perché l'intuizione di Giulio Colombani rappresenta molto più di una storia imprenditoriale. È un racconto di trasformazione sociale e agricola che nasce in nell'Italia ancora prevalentemente rurale degli anni '20. Colombani amava la sua terra e rispettava i suoi ritmi, le tradizioni, le persone. Comprese che il valore dei prodotti agricoli locali poteva andare oltre il raccolto quotidiano. La sua visione fu rivoluzionaria: creare una filiera che non solo valorizzasse i prodotti del territorio ferrarese, ma li trasformasse in opportunità di sviluppo economico e innovazione alimentare arrivando su tavole lontane, nelle distanze e nel tempo. Colombani introdusse tecnologie all'avanguardia che permisero di conservare e valorizzare i prodotti agricoli, trasformando quello che poteva essere un raccolto deperibile in una risorsa duratura. Prodotti come la marmellata di frutta mista Uvadòr, la Cotognata e il Minestrone Lampo non furono semplicemente nuove referenze commerciali, ma veri e propri catalizzatori di cambiamento sociale. Questi prodotti modificarono radicalmente le abitudini alimentari di milioni di famiglie italiane e non solo, introducendo concetti di praticità, conservabilità e qualità che fino ad allora non esistevano.

La filiera virtuosa
La filiera agricola divenne così un ecosistema virtuoso: i produttori locali trovarono nuove opportunità di reddito, i consumatori accedevano a prodotti innovativi e di qualità, e un'intera comunità si sviluppava intorno a questo nuovo modello produttivo. Un modello che oggi, a distanza di 100 anni, Conserve Italia continua a portare avanti, associando oltre 14.000 produttori agricoli riuniti in 36 cooperative e lavorando più di 500.000 tonnellate di frutta, pomodoro e vegetali. Questo approccio ha trasformato quello che poteva essere un semplice business alimentare in un progetto di sviluppo territoriale, sociale ed economico, dimostrando come l'innovazione più autentica nasca sempre dalla profonda comprensione di un territorio e delle sue potenzialità. Potremmo tranquillamente affermare che fu un precursore della sostenibilità, ovviamente calibrata sulla sua epoca. Questi valori sono stati celebrati nel cuore di Ferrara. Tra le mura del suggestivo Castello Estense, ha preso vita la celebrazione di un secolo di storia imprenditoriale italiana. Jolly Colombani, marchio storico di Conserve Italia, festeggia i suoi primi 100 anni, raccontando un viaggio che da una brillante intuizione di inizio Novecento è diventato un simbolo del Made in Italy alimentare.

Le radici di un'intuizione rivoluzionaria
Tutto inizia nel 1924 a Portomaggiore, quando il commendatore Giulio Colombani, imprenditore visionario che sarà anche benefattore e poi diventerà commendatore, comprende le potenzialità del patrimonio agricolo ferrarese. La sua capacità di innovare e valorizzare i prodotti locali segna l'inizio di un'avventura che sposerà agricoltura e industria. Mai prima di allora il settore primario e il settore secondario erano entrati in così stretto rapporto sui grandi volumi, in proporzioni tali da cambiare per sempre il modo di concepire le conserve alimentari nel Paese dove il cibo è una religione e la tavola il suo altare. Oggi Jolly Colombani non è solo un brand, ma un racconto che attraversa generazioni. Dai succhi di frutta alle conserve di pomodoro, dai legumi ai piatti pronti, l'azienda ha saputo evolversi mantenendo intatta la propria identità. Il celebre folletto Jolly, disegnato dallo stesso Giulio Colombani, continua a essere il simbolo di un'identità aziendale unica e riconoscibile.

Il successo in cifre
L'anniversario di Jolly Colombani arriva in un momento di grande slancio. Il 2024 ha segnato per Jolly Colombani vendite nell’ordine dei 24 milioni di euro, con una crescita impressionante del 112% negli ultimi cinque anni. Il 70% del fatturato proviene dal canale Foodservice, a testimonianza di una qualità riconosciuta non solo dai consumatori, ma anche da professionisti del settore alimentare. Come sottolineato dal presidente di Conserve Italia, Maurizio Gardini, l'obiettivo è continuare a "investire in innovazione" mantenendo viva la tradizione. Lo dimostra anche l'ultima novità: un succo di amarena in edizione limitata, deliziosa espressione di un frutto che ricorda la tradizione della Valle Padana. Perfetta armonia di gusto, è ideale in qualsiasi momento della giornata per chi cerca un piacere rinfrescante con un pizzico di carattere, evidente già dal packaging creato dall'illustratore Francesco Poroli, che ha saputo reinterpretare la storicità del brand in chiave contemporanea.

Tradizione e territorio, anche oggi
Jolly Colombani rappresenta più di un'azienda: è un pezzo di storia emiliana e italiana. Radicata nel territorio di Ferrara, l'azienda continua a essere un punto di riferimento per oltre 14.000 produttori agricoli, dimostrando come l'innovazione possa nascere dalla profonda connessione con le proprie radici. Un secolo di storia, dunque, ma lo sguardo è già rivolto al futuro. Jolly Colombani continua a essere un simbolo di quella capacità tutta italiana di trasformare prodotti agricoli in esperienze gastronomiche uniche, mantenendo intatti qualità, tradizione e spirito innovativo. All’evento per i 100 anni di Jolly Colombani tenutosi al Castello Estense sono intervenuti, tra autorità e ospiti, anche il sindaco di Ferrara Alan Fabbri e la sindaca di Codigoro Alice Zanardi, nella cui frazione di Pomposa è presente il principale stabilimento produttivo di Conserve Italia, che, ricordiamo, detiene altri marchi storici del Made in Italy come Cirio, Valfrutta, Yoga e Derby Blue. Come pilastro della memoria sportiva che la Jolly Colombani ha rappresentato nel basket diventando leggenda, era presente il campione di pallacanestro Pierluigi Marzorati, che con la sua maglia numero 14 ha messo a segno alcune tra le imprese più importanti nella storia del club biancoblu.