Modena, molestò un bimbo, condannato
Quattro anni di carcere al 37enne che a settembre baciò il piccolo al Novi Sad. Fu rincorso e bloccato dal padre. Alla famiglia riconosciuti 22mila euro di danni
Condanna pesante per il camionista 37enne turco accusato di aver baciato e leccato sul viso un bimbo di soli sei anni.
Ieri il giudice Barbara Malvasi gli ha inflitto 4 anni, nell’ambito del rito abbreviato che consente di avere lo sconto di un terzo della pena. Rimarrà dunque nel carcere di Sant’Anna, dove si trova da sei mesi. La famiglia, che si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Tommaso Barbieri, per il danno subito si è vista riconoscere una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro per il bimbo e, simbolicamente, di mille euro a testa per i genitori.
L'accusa
La vicenda risale alla notte tra sabato 16 e domenica 17 settembre 2023. Teatro dell’episodio il parco Novi Sad di Modena, dove il bimbo era con la mamma. Stava giocando con altri coetanei quando all’improvviso gli si è avvicinato quell’uomo, facendo l’impensabile: il 37enne lo ha abbracciato, baciato e leccato in viso. Poi si è allontanato con una bottiglia di Jack Daniel’s, evidentemente alterato dall’alcol. Il piccolo, sotto choc, piangendo è andato a raccontare subito tutto alla mamma, disperato. Lei ha riferito subito tutto al padre, che è andato a caccia del molestatore assieme agli altri parenti. Il padre lo ha raggiunto in piazza Matteotti, e tra i due è nata una colluttazione. Sul posto le Volanti della polizia di Stato per riportare la calma e svolgere tutti gli accertamenti: il 37enne è stato portato in carcere, dove si trova anche adesso, con la pesantissima accusa di violenza sessuale su un minore di dieci anni.
In tribunale
Il bimbo, ascoltato in modalità protetta nell’incidente probatorio che si è svolto circa un mese fa, ha confermato l’accaduto. Le sue parole sono state ritenute attendibili così come il ricordo del racconto. Per quanto ancora fortemente segnato dall’accaduto, ha saputo essere preciso e dettagliato nella ricostruzione dell’episodio. Chiaro che la sua testimonianza ha avuto un valore pesantissimo nel procedimento. Anche perché le circostanze narrate hanno trovato piena rispondenza con la ricostruzione degli investigatori. Da parte sua, il 37enne, camionista, ha sempre negato ogni responsabilità nell’accaduto, dicendo che non è stato lui ad avvicinare il bimbo. Ma c’è la testimonianza del piccolo, che lo ha riconosciuto subito. E la sua descrizione corrisponde a quanto si vede sui filmati di videosorveglianza. L’uomo, incensurato, è ritenuto capace d’intendere e volere: avrebbe agito in uno stato di alterazione dovuto solo all’alcol.