L’arrotino del centro storico di Modena saluta e va in pensione: «Ci piange il cuore»
Ha chiuso la storica attività in Calle di Luca: era stata aperta negli anni Cinquanta
MODENA. Dopo 21 anni di attività in un negozio che fu aperto addirittura negli anni Cinquanta, Amos Parenti, il noto arrotino di Calle di Luca, titolare dell’Emporio della chiave nel cuore di Modena, chiude la sua attività.
A fine maggio l’ultimo giorno di serranda alzata con un incessante viavai di persone che per tutto il giorno sono passate in negozio sia per approfittare della svendita totale di coltelli e forbici di alta qualità dovuta alla cessazione di attività, sia per salutare Amos e la moglie Antonella Ligabue, conosciuti da tutti i residenti del centro e non soltanto.
La storia
«La chiusura di questa attività è un pezzo di città che muore», ha commentato una signora, cliente affezionata, con le lacrime agli occhi.
«Chiudiamo non di certo perché non c’è lavoro, anzi – spiega il titolare Amos – di lavoro ne abbiamo fin troppo, chiudiamo per ragioni di carattere personale e per una migliore gestione familiare, ma non possiamo negare che ci piange il cuore anche se siamo molto convinti della nostra scelta».
E dagli occhi lucidi dei due titolari, traspariva un velo di malinconia ma nello stesso tempo anche tanta emozione e soddisfazione.
«Sentire le parole di gratitudine e profondo affetto che ci stanno dedicando i modenesi e comunque tutti i nostri clienti anche di fuori città da quando si è diffusa la notizia della chiusura della nostra attività ci riempie il cuore di gioia e di orgoglio – affermano i due coniugi – perché significa che il nostro modo di lavorare serio, onesto e professionale per tutti questi anni è stato ben compreso da tutti».
Tra soddisfazione e malinconia
I titolari si dichiarano infatti contenti e soddisfatti di aver portato avanti nel tempo e senza interruzione di sorta una attività che affonda le proprie origini già nel secondo dopoguerra.
Dai documenti ritrovati in negozio sembra che Angelo Zanotto, ebreo scampato dai lager tedeschi, ad aprire i battenti della bottega per la prima volta.
Poi nel tempo la rilevò Paolo Fossa, che ancora molti modenesi ricordano, finché nel 2003 non subentrò Amos Parenti che, come ultimo saluto alla città, ci tiene a dare un messaggio ai giovani.
«In questi anni di attività ho potuto costatare che non ci sono più giovani che vogliono intraprendere questa attività. Io dico che sbagliano, perché contrariamente a quanto si possa pensare l’arrotino, che comunque ora si è ovviamente evoluto anche tecnologicamente, è invece ancora una attività artigianale che può offrire tanta soddisfazione personale ed economica – concludono Amos e Antonella – Certamente non bisogna però avere timore di sporcarsi le mani. Vogliamo infine rivolgere un sentito ringraziamento a tutti i nostri clienti che ci hanno accordato fiducia e stima in questi indimenticabili anni di attività».