La Nuova Ferrara

L'intervista

Medico arrestato in Sri Lanka per delle farfalle, la collega: «Dispiaciuto per i suoi pazienti»

di Daniele Montanari
Medico arrestato in Sri Lanka per delle farfalle, la collega: «Dispiaciuto per i suoi pazienti»

Il chirurgo e ortopedico di Sassuolo Luigi Ferrari da anni svolge l’attività al Poliambulatorio San Michele di Reggio Emilia. La responsabile Carlotta Caffagni: «Ci sentiamo spesso, vuole tornare al più presto. Qui sarà tutto come prima»

31 agosto 2024
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REGGIO EMILIA. Il dottor Luigi Ferrari, come chirurgo e ortopedico (specializzato in chirurgia dell’avampiede e alluce valgo), da anni è un punto di riferimento per il Poliambulatorio privato San Michele di Reggio Emilia, con molti pazienti.
Da qui è partito a maggio per quello che doveva essere un viaggio di alcuni giorni in cui inseguire la sua passione per l’entomologia. Ma poi sono diventati mesi, con le conseguenti ripercussioni anche sulla sua attività professionale, i suoi pazienti e gli interventi programmati. La dottoressa Carlotta Caffagni, responsabile del centro, spiega però come nonostante l’imprevisto siano sempre rimasti in contatto.

Dottoressa, ma voi sapevate quello che è successo?

«Non nei dettagli, che abbiamo appreso quando sono uscite le notizie su quello che è accaduto in Sri Lanka. Il dottore stava mantenendo riserbo su questa vicenda, visto la complessità della gestione che sta avendo là, ci ha detto solo che aveva avuto un problema serio e che gli dispiaceva molto, ma non poteva rientrare dai suoi pazienti».

Quando l’ha sentito l’ultima volta?
«Oggi pomeriggio (ieri, ndr), gli ho detto che si era diffusa la notizia di quello che gli era successo e che c’erano giornalisti che chiamavano anche qui».

Come l’ha sentito?
«Mi è sembrato abbastanza sereno: è chiaro che non è per nulla contento della situazione, da quattro mesi fuori dall’Italia, ma non ho percepito apprensione. Mi è parso fiducioso di poter risolvere presto la situazione».

E nei mesi scorsi com’era?

«Ha mantenuto sempre il controllo della situazione. Devo dire che sono sempre riuscita a parlargli, anche nel periodo della sua detenzione più stretta: non è mai stato irreperibile, ci teneva per primo a mantenere il contatto e darci aggiornamenti».

La sua assenza prolungata è un problema complesso da gestire per voi?

«Diciamo che il dottore ha sempre seguito molti pazienti e che ha sempre svolto un’attività importante, che abbiamo dovuto rimodulare. Abbiamo dovuto dire ai suoi pazienti che non poteva ancora riprendere le visite con suo rammarico, soprattutto per le persone che aveva operato da poco e di cui voleva monitorare il decorso. Ha chiesto spesso dei suoi pazienti».

Adesso cosa succederà?

«Attendiamo che torni al più presto, e poi semplicemente riorganizzeremo l’ambulatorio come prima. Il dottor Ferrari è un medico molto conosciuto e apprezzato: qualunque siano i termini della vicenda, non hanno attinenza con la sua professionalità. Per noi è tutto come prima».
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