La Nuova Ferrara

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Mangiaebevi, un basket d'altri tempi

Daniele Albertazzi
Daniele Albertazzi

Giocatori, pubblico e passione oggi difficilmente rintracciabili

28 gennaio 2011
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 Un campionato tra alti e bassi, ovviamente, per la Mangiaebevi, a contatto con un livello di gioco quasi alieno per una squadra semi-professionistica trovatasi in mezzo ad un campionato di livello di gran lunga superiore. Anche questa è una cosa che, vista con gli occhi del terzo millennio, fa pensare. Pensare che in quella Serie A2 giocavano giocatori, oltre ai giá citati Earl Williams e Charles Jordan, come Rudy Hackett, Roosevelt Bouie, Jim Chones, Rudy Woods, Willie Sojurner, Rod Griffin, Mike Bantom, tutti con un importante passato... che si "dilettavano" a giocare nella seconda divisione italiana, gente che fino al giorno prima aveva avuto un impatto importante nella NBA, e gente obiettivamente che nella Lega Due di oggi (e nemmeno nella massima serie), con tutto il rispetto, non si trova più. Ovvio che i tempi sono cambiati, che la NBA di oggi è praticamente fisicamente inarrivabile e che ci sono tantissime altre possibilitá e squadre dove i giocatori di talento possono esprimere i loro potenziali, e anche questo ha un senso. Infatti non bisogna fare sempre e comunque della "dietrologia", non bisognerebbe mai pensare che una volta si stava bene e che ora si sta male... i tempi cambiano, e l'evoluzione del gioco che ci ritrovamo a vedere oggi è comunque una grande espressione di basket...  Ritornando alla Mangiaebevi e a quei "vecchi tempi", fu una lunga lotta per non retrocedere, una lotta continua per il terz'ultimo posto, ultimo valido per non riscendere nell'inferno della serie B. Giá retrocessa da tempo la Farrow's Firenze all'ultimo posto, le due contendenti per evitare il penultimo posto erano Mangiaebevi Ferrara e Cover Jeans Roseto. Le cose sembravano essersi messe bene per Ferrara, che a due giornate dalla fine aveva 4 punti di vantaggio su Roseto. La penultima giornata vedeva la Mangiaebevi impegnata sul campo della APU Udine, e la Cover Jeans impegnata in casa contro la fortissima Sav Bergamo, giá promossa in Serie A1 e forte di due stranieri di altissimo livello, Chuck Jura e C.J. Kupec. Con Ferrara sconfitta a Udine 100-91 e Roseto vincente sul parquet di casa 97-88 su Bergamo, nella ultima giornata si gioca, ironia della sorte, lo scontro diretto Mangiaebevi-Cover Jeans, a Ferrara. Tutto esaurito, con centinaia di tifosi dagli Abruzzi, tifosi saliti a Ferrara speranzosi nella vittoria, e a ragione. Con una partita offensiva orribile, Ferrara viene sconfitta 81-70 da Roseto, rimandando tutto ad uno spareggio sette giorni più tardi, in campo neutro. L'inerzia è chiaramente dalla parte di Roseto, forte della grandissima vena realizzativa di Roscoe Pondexter, tremendo realizzatore sul campo e tremendo secondino nella sua vita post-cestistica, dove ha fatto carriera con il soprannome di "bonecrusher" nel carcere di Corcoran a Fresno, California, e dove è stato indagato per aver organizzato assieme ad una "gang" di altre guardie, incontri in stile "gladiatore" tra detenuti, per poi scommeterci su, e per poi fare fuori chi gli faceva perdere dei soldi perdendo gli incontri. Sono stati sette gli omicidi attribuiti alla gang di Pondexter, che alla fine ha deciso di "collaborare" con le autoritá per fare luce su alcuni fatti non proprio edificanti accaduti a Corcoran negli anni in cui Roscoe era il Bonecrusher, insomma una entitá fisica da evitare, un cattivo dentro che, affrontato su un parquet di basket, non era certo un cliente facile. E Ebeling, Jordan, Albertazzi, Maccaferri e la Mangiaebevi intera doveva scontrarsi ancora, perlopiù con il morale sotto i tacchi, con la gang Roscoe futuro Bonecrusher. La sede dello spareggio fu Livorno, in una cittá che masticava basket 24/7, con le due squadre entrambe in Serie A e con un sanguigno odio cittadino tutto da esternare. Da Roseto vennero in 2000, chiassosi e quasi festanti, con il pronostico, il morale e lo spaccaossa dalla loro parte. Da Ferrara vennero quasi in 1000, tutti decisi ad accettare tutto, bastava combattere fino in fondo. La leggenda vuole che prima di quella partita il rookie Ebeling, ambientatosi non senza problemi alla nebbiosa Ferrara ma ben presto divenuto il leader dello spogliatoio, abbia preso da parte Jordan e gli abbia intimato, non proprio sommessamente e teneramente, di tirare fuori gli attributi, e di fare quello che gli veniva meglio, ovvero giocare a basket e mettere la palla dentro al paniere. I ferraresi ci credevano, nonostante l'inerzia sfavorevole, e nonostante un primo tempo concluso sul 44-40 per la Cover Jeans, la Mangiaebevi stava dando segni di vita. Quel 20 marzo 1983 rimarrá per sempre impresso nella mente dei ferraresi presenti come la madre di tutti gli sbeffeggiamenti. Il coro assordante dei tifosi della Cover Jeans, "RO-SE-TO! ta-ta-ta!" aveva una falla, e qualche perversa mente estense è riuscito a trovarla. Infatti lo spazio vuoto del "ta-ta-ta!", ovvero tre battiti di mani per dare ritmo al coro, venne utilizzato dai tifosi ferraresi con il devastante coro di rimando "SE-RIE-B!", di modo da fare un botta e risposta da una curva all'altra che suonava "RO-SE-TO! -SE-RIE-B!-". Ai tifosi ferraresi piace pensare che questo "aggiustamento" del tifo fatto dai 1000 tifosi della Mangiaebevi scesi nella cittá labronica abbia dato la definitiva scossa ai giocatori biancoverdi, che nel secondo tempo, trascinati dal bombardamento da fuori di Marco Monari e (finalmente) di Charles Jordan, vinsero meritatamente la partita, un netto 96-84 che assicuró la permanenza in Serie A2 ai ferraresi, che rimasero in Serie A altre due stagioni. Un basket di altri tempi, con giocatori di altri tempi, con pubblico di altri tempi, e con una passione che ora, forse, è difficilmente rintracciabile nel labirinto del basket nostrano. Daniele Vecchi (all around basket; 2. fine)