Bello quando si perde ma si fa festa lo stesso
Troppo superiori gli americani dell’Owu che stravincono 63 a 0 Grande pubblico al Mike Wyatt Field per il match che ha chiuso le celebrazioni
FERRARA. Festa doveva essere e festa è stata. La giornata conclusiva dei festeggiamenti per i 35 anni di vita delle Aquile si è rivelata davvero un successo, con il Mike Wyatt field mai così gremito, con tanta gente amante del football americano accorsa per vedere il match contro la formazione statunitense della Ohio Wesleyan University (Owu), team che milita nella III° Divisione del campionato Ncaa, ma non solo quello.
La festa è iniziata al mattino, con un mini torneo di flag con i Banditi Ferrara, una formazione formata dai coach delle compagini ferraresi, e i baby terribili dell’under 13 delle Aquile. Nel primo pomeriggio il clou con il match internazionale.
Le cheerleaders delle Aquile al debutto hanno fatto da cornice all’ingresso in campo delle squadre. Prima la formazione Usa, quindi le Aquile e poi, chiamati ad uno ad uno, sono entrati i giocatori che componevano la formazione delle Aquile del 1992, quella che giunse terza nel massimo campionato di quell’anno. Tutti insieme – per cementare quel senso di appartenenza over time che la società sta cercando – hanno ascoltato gli inni cantati a cappella da Mariam Battistella. L’esecuzione di “The Star-Spangled Banner” ha strappato applausi agli yankee presenti, così come l’inno italiano qualche istante dopo. Quindi il match, che come nelle previsioni è stato un monologo a stelle e strisce chiusosi col punteggio di 63 a 0.
Troppo differente lo stare in campo delle due squadre. Ferrara volonterosa ha dovuto fare i conti con la capacità di gestione, la velocità ed il sincronismo del football made in Usa. Ma per una volta il risultato non interessava a nessuno.
Quindi il terzo tempo che fra birre e scambi di doni ha chiuso ufficialmente i festeggiamenti. Per le Aquile è tempo di pensare al match salvezza con i Briganti Napoli. (d.c.)