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Copparese, un altro “miracolo” La squadra è un punto di partenza

Copparese, un altro “miracolo” La squadra è un punto di partenza

COPPARO. È finita bene, con la Copparese che ha conquistato una bella salvezza ai play out. Per contro, il rammarico è che i play out si è dovuto giocarli, mentre, con qualche errore di gioventù in...

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COPPARO. È finita bene, con la Copparese che ha conquistato una bella salvezza ai play out. Per contro, il rammarico è che i play out si è dovuto giocarli, mentre, con qualche errore di gioventù in meno, potevano entrare i cinque o sei punti che avrebbero permesso la salvezza tranquilla. Ma, attenzione: questo ragionamento non va visto in termini critici, solo come constatazione. Perché il campionato dei rossoblù si può definire semplicemente con una sola parola: grande. Non c'è altro modo per definirlo.

Una squadra ripescata e costruita con sagacia e al risparmio, con una serie di sicurezze che si sono confermate e un certo numero di scommesse sostanzialmente vinte, ma che al giorno del raduno ancora non sapeva su quale rosa poter contare, con un tecnico che si è dimostrato valido. O, meglio: che si è confermato di grande valore (il suo lavoro in precedenza, pur potendo contare su un attaccante come lui stesso a tempo pieno o quasi era indicativo), per come ha saputo amalgamare un gruppo di giovani interessanti (e in questi casi è proprio il gruppo a essere fondamentale) e ha scommesso su di un gioco offensivo, trovando una risposta adeguata.

Nalli è arrivato in ritardo, ma è cresciuto partita dopo partita; Vendemmiati, Ferrara, Finotti e Maestri hanno saputo dare un gioco di centrocampo fatto di dinamismo e grinta, oltre che di velocità, e in attacco, a parte il miglior Cavallari della carriera, e non solo per le numerose reti segnate, tanti ragazzi interessanti e tutti giostrati e alternati con sapienza. Persino la difesa, che quest’anno sembrava il punto debole della squadra per la scarsità di alternative, alla fine ha trovato interpreti adeguati e in crescita, come, ad esempio, l’ultimo Ansaloni e il sempiterno “Seba” Rossi.

Questa squadra si è dimostrata validissima suoi terreni asciutti, quando ha potuto scaricare la sua velocità e non ha pagato troppo il fatto di essere leggera: con un numero limitato di ritocchi portebbe essere ulteriormente competitiva. Ma per arrivare a questo probabilmente servirà un altro miracolo (e ormai, in fila, sono tanti: quello di questa stagione è solo l'ultimo di una serie lunga) di “Anda” Mari, sempre capace di proporre idee interessanti e squadre di valore in tempi di crisi assoluta.

Alessandro Bassi