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Per battere Mantova serve Fort Mobyt

di Marco Nagliati
Per battere Mantova serve Fort Mobyt

Oggi alle 20.30 “gara tre”. Vincere per non essere eliminati

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FERRARA. Riecco Fort Mobyt, lasciato sette giorni fa esultante e grondante emozioni dopo la pirotecnica vittoria estense su Ravenna. Era “gara cinque” dei quarti di finale playoff. Questa sera, ore 20.30, il PalaMit2B riapre i battenti e si prepara ad un nuovo sfibrante assalto: “gara tre” della semifinale. Oggi come sette giorni fa, la Mobyt non ha alternative: vincere per rimanere in vita. In caso di sconfitta sarebbe fuori dal tabellone. La differenza sostanziale sta nel fatto che gli avversari, stavolta, hanno invece un paracadute. Settimana scorsa sia Ferrara che Ravenna erano sullo stesso piano; stavolta no, stasera rischiano l’eliminazione solo i biancazzurri. Arriva Mantova, vincente in due modi diversi al PalaBam. Dominante in “gara uno”, messa alle corde e chirurgica nel finale del secondo atto messo in scena lunedì sera. Il faccia a faccia, che s’è fatto più teso del necessario dopo l’epilogo rissoso di tre giorni fa, si sposta a Ferrara.

E la truppa estense fa anche affidamento - appunto - a Fort Mobyt. La sua bombonera che supera spesso quota duemila (nessuna città in categoria ha fatto meglio) e spinge Ferri e compagni. Ci sarà bisogno di tutto, stavolta. Pure di un tifo intenso. Ma sia corretto, che di tensioni ce ne sono state fin troppe. Ferrara non vince in trasferta da dicembre, logico che tenti di costruire le sue fortune a domicilio. A dire la verità, in “gara due” è andata molto vicina al colpaccio che - forse - avrebbe tolto un po’ di sfrontatezza tecnica e di gasamento alla Dinamica. Avanti a 2’57” dalla fine, la Mobyt ha pagato tanto e tutto. Malasorte, episodi e - ovvio - talento altrui. Quello di Mike Nardi su tutti. Perché se Losi è imprevedibile sempre e comunque (anche quando pare avere la mira sballata), e la vis agonistica di Pignatti-Ranuzzi è devastante, alla lunga è la personalità di Nardi a indirizzare le partite. Bomber implacabile nei primi due quarti del match di lunedì, coraggioso alla fine: una tripla ammazzagambe, una rubata e un paio di assist letali per Jefferson. E qui sta una chiave importante del duello odierno. Sostegno popolare a parte, in campo va comunque la Mobyt. Sbuffando, soffrendo, stringendo i denti, sotto canestro Jennings, Casadei ed Amici non mollano la trincea. Un po’ subiscono, un po’ le restituiscono. Il problema emerso finora è nel settore esterni. Ferri non è ancora riuscito ad “impadronirsi” della serie, braccato com’è dalle alternative di cui dispone Morea: Lamma, Nardi e Losi. Staffetta che morde. Il capitano Mobyt, però, almeno in retroguardia contribuisce a tenere su la diga. È Mays che finora ha steccato di brutto. Dietro non tiene mai Nardi, costringendo i lunghi a recuperi che sbilanciano l’assetto; davanti non ha ancora trovato i varchi giusti. Non è tutta colpa sua: Mantova ha costruito su “Zio Julius” una gabbia stretta stretta, che toglie anche l’aria. Mays però è indispensabile e allora meglio una forzatura al tiro in più che un passaggio che non serve a costruire l’attacco. La sensazione è che, stasera, la guardia della Mobyt regalerà una prestazione importante. Ci sarà orgoglio. E il vantaggio nel giocare in casa. Come accadde al ravennate Singletary: nullo nei primi due match a Ferrara, poi super in Romagna. Per la Mobyt è l’ottava partita in diciannove giorni. Un peso da non sottovalutare, anche se - francamente - al PalaBam l’altra sera non s’è vista una formazione sulle ginocchia. “Forza Ferrara fino alla fine...” cantano i tifosi.

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