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«La mia Mobyt» Ferri, tra rabbia e orgoglio

«La mia Mobyt» Ferri, tra rabbia e orgoglio

Basket Dna Silver. Il bilancio del capitano Che voleva sfidare Mantova in “gara cinque”

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FERRARA. Capitan Michele Ferri è ancora amareggiato per come è andato il finale del campionato. «Contro Mantova volevamo andare a gara 5» urla “Miky”.

Fa male uscire così…

«Non ho ancora digerito la nostra uscita di scena – dice il play della Mobyt-; sono ancora un po’ arrabbiato: non mi andava di uscire così. Ci saremmo meritati almeno gara 5».

Ed invece?

«Uscire davanti alla nostra gente non è mai bello, nonostante tutto ciò che ci è capitato. Per noi ed il pubblico sarebbe stato un bel regalo avere la possibilità di andare a giocare gara 5, che sarebbe potuta finire in ogni modo; dimostrando che fra noi e Mantova non c’è tutta questa differenza».

Ferri, guardiamo il bicchiere mezzo pieno?

«Ci abbiamo provato in ogni modo. In gara 2 siamo stati sfortunati, in gara 3 siamo stati bravissimi a mettere in difficoltà Mantova. Abbiamo speso molto dal punto di vista delle energie fisiche e mentali. Non era facile ripresentarci due giorni dopo, ci abbiamo provato: leggevo negli occhi di ogni mio compagno di squadra la voglia di disputare la gara della vita, certamente è una cosa ammirevole».

«Allo stesso tempo è complicato farla, a causa della tensione. Ci sono usciti dei tiri aperti che avevamo messo in gara 3 senza problemi. Ciò ci ha fatto perdere convinzione e fiducia. Loro sono stati bravi, commettendo meno errori che in gara 3: hanno meritato il successo».

Cosa avreste potuto fare?

«Per restare di più in gara, avremmo dovuto limitare almeno dieci punti facili concessi alla Dinamica. Alla fine la stanchezza si è fatta sentire. Con alcuni giorni di riposo in più, forse le cose sarebbero cambiate. Sono orgoglioso e contento dei miei compagni di squadra, di averli rappresentati come capitano. Nessuno ha mai creato veri problemi, vedere le loro facce tristi mi ha davvero fatto male».

È stato il gruppo migliore dei tre anni della società?

«Abbiamo unito molte persone diverse, che giocano diversamente. Ma che, non si sa bene come, in pochissimo tempo si sono messe al servizio l’una dell’altra, avendo un avvio di campionato super, prima degli infortuni. Dopo di che ci siamo ricompattati, arrivando ai playoff in emergenza: abbiamo speso molto contro Ravenna, arrivare a gara 5 contro Mantova sarebbe stato ancora più bello».

A chi dice che, privi degli infortuni, il campionato si sarebbe vinto, che cosa risponde?

«All’andata abbiamo giocato una grande pallacanestro, solida. Con gli infortuni fai fatica a lavorare e devi reinventarti. Mi verrebbe da dire che avremmo anche potuto vincerlo. Bravi comunque: alla fine resta un’annata più che positiva».

La fotografia più bella della stagione?

«Quando eravamo al completo era veramente bello giocare per questa squadra: ci si divertiva molto e tutti hanno dato il loro, anche i più giovani sono migliorati molto. Mi dispiace per l’ennesimo infortunio a Benfatto, ma ritornerà quello di prima».

La sua, Ferri, è stata un’annata super. La migliore delle tre a Ferrara?

«Non devo essere io a dirlo; anche quest’anno sono convinto di aver dato il mio contributo, pur con alti e bassi. Aiutato dai miei compagni ho dato tutto ciò che avevo. Spero di aver aiutato i più giovani e gli americani».

Del pubblico vogliamo parlare?

«Alla nostra gente mi sento di dire “grazie con tutto il cuore”. Allo zoccolo duro che ci ha seguito anche fuori casa doppiamente grazie. Vedere il Pala Mit2B così pieno è motivo d’orgoglio, significa che qualcosa abbiamo fatto. Gara 5 contro Ravenna è stata spettacolare. Ferrara deve essere orgogliosa del fatto di avere avuto il pubblico maggiormente numeroso della Silver. Speriamo di ritrovarlo ancora di più il prossimo anno e mi ha fatto molto piacere vedere molti bambini alle partite: il futuro sarà loro».

Ha parlato di futuro, ancora a forti tinte biancazzurre per lei.

«Ho ancora il contratto e sono molto contento. Qualcuno mi chiamerà, ma dovrei ancora fare parte di questa squadra: per me sarebbe bellissimo. Sapete quanto sto bene a Ferrara, mi piacerebbe restare il più a lungo possibile. Mi piacerebbe dare a Ferrara quel che si merita: tutti assieme dobbiamo ripartire consapevoli dei mezzi che abbiamo a disposizione, cercando di regalare a Ferrara qualcosa d’importante. La città a me ha dato e sta dando molto: prima o poi spero di regalare ancora qualcosa d’importante a questa città. Ferrara è come una famiglia».

Lorenzo Montanari

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