La Nuova Ferrara

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giorgetti e valente: è nel contratto 

«Persino Mussolini rispettò l’autonomia del Coni»

Nicola Corda
«Persino Mussolini rispettò l’autonomia del Coni»

L’attacco del presidente Malagò al progetto di riforma dei finanziamenti allo sport con la gestione del 90% del governo

16 novembre 2018
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ROMA

«Neppure il fascismo aveva osato tanto». Il Coni si ribella alla riforma del governo scritta da Lega e Cinquestelle e si prepara a una trattativa durissima. In gioco ci sono i finanziamenti allo sport e alle federazioni, poco più di 400 milioni, che Palazzo Chigi vuole gestire direttamente, lasciando al Coni le briciole. A usare il pesante paragone con il ventennio il presidente Giovanni Malagò, uomo mite e incline alla trattativa, che però davanti al consiglio nazionale convocato in via straordinaria, ha usato toni durissimi. «Questa non è una riforma ma un’occupazione, io non vado a fare né notaio né il becchino del Coni. Non sapevo nulla”, ha raccontato Malagò che ha valutato anche le dimissioni, dopo aver avuto notizia del blitz governativo con la norma che sarà inserita nella legge di bilancio. Il budget di 410 milioni di euro dal 2020, subirebbe una riduzione pesante di 370 milioni destinati alla nuova società “Sport e Salute” che avrà come azionista unico il ministero dell’Economia. Al Comitato rimarrebbero i fondi per la preparazione olimpica mentre le federazioni dovranno battere cassa alla maggioranza. La sostanza è che l’esecutivo non sarà più vigilante ma amministrerà direttamente lo sport italiano. Una “lesione d’autonomia” che ha fatto saltare sulla sedia i vertici del Coni. E a evocare i tempi del fascismo anche uno dei leader storici come Mario Pescante: «La legge di un certo Benito Mussolini era più democratica, non ci illudiamo la politica è già arrivata, c’è un signore che deciderà i contributi alle federazioni». Palazzo Chigi replica con una nota congiunta firmata da Giancarlo Giorgetti, e dal sottosegretario M5S Simone Valente. «Sorprende l’atteggiamento di Malagò che sa bene che l’autonomia non è in discussione», scrivono i due esponenti di maggioranza, che rivendicano la riforma “per il bene dello sport” e che “rispetta il programma e il contratto”. «Dovrei rinunciare allo scudetto tricolore e ai cinque cerchi olimpici, forse il più prestigioso dopo la Ferrari - chiede Malagò - per “Sport e Salute” che se lo digiti su Google viene fuori una lista di centri benessere? Ma vi rendete conto?” —