Top Secret, gambe stanche e pure il mirino appannato
La squadra è tornata in campo dopo più di 40 giorni di stop causa coronavirus A Latina non poteva essere competitiva ed infatti è stata piegata nettamente
FERRARA. Aspettarsi di più dopo oltre 40 giorni di sosta forzata per Covid? Difficile. Il lavoro quotidiano e le gare ravvicinate saranno la medicina migliore per una Top Secret anni luce lontana da una forma fisica accettabile. Il coronavirus ha toccato duramente in casa Kleb (all’MF Palace ieri mattina si è finalmente rivisto il direttore operativo Gigi Terrieri), praticamente una settimana di lavoro nelle gambe è stata solo una base a ciò che verrà: ci vorranno altre gare per rivedere i biancazzurri maggiormente in palla.
A Latina, mercoledì pomeriggio, dopo un primo parziale sostanzialmente equilibrato, i pontini sono scappati e il match si è chiuso a favore dei padroni di casa (92-64). Coach Spiro Leka ha dato spazio a tutti, centellinando con il bilancino i minuti di gioco dei propri giocatori: con poco meno di 27’ a referto, è stato Pacher ad avere più spazio.
Nota dolente? Il tiro da fuori, quando tiri con il 15% (4/27) difficilmente riesci ad uscire vincente, Covid o non Covid.
La Top Secret non si piange addosso, alla ripresa degli allenamenti della tarda mattinata di ieri coach Spiro Leka ed il suo staff hanno parlato al gruppo. «A Latina siamo mancati a livello di precisione – dice il tecnico biancazzurro dopo aver riguardato il match -, raramente capitano partite con queste percentuali al tiro. È vero, le energie ad un certo punto sono venute a mancare, ma spalle al muro abbiamo reagito e provato a fare le nostre cose, pur continuando a sbagliare: la voglia non è mai mancata. Bisognava essere più precisi, conta la mancanza del ritmo, ma non deve essere un alibi».
«Vogliamo essere più solidi, aggressivi in difesa, in questo senso cade a fagiolo il derby a Cento - aggiunge Leka -: gara sentita, vogliamo esserci e provarci con tutto quello che abbiamo e anche di più. Loro sono favoriti, preoccupiamoci più di noi, che non possiamo permetterci di sbagliare sette sottomano come a Latina».
Di positivo c’è stato il fatto di andare dai lunghi in post basso e che le responsabilità sono state distribuite su nove giocatori, fra cui Federico Zampini. «Nessuno si aspettava di più, anche perché nessuno di noi in carriera era stato fermo in stagione per così tanto tempo – dice l’esterno biancazzurro -; è stato difficile e lo sapevamo, abbiamo dato quanto riuscivamo. Le gambe non rispondevano e la pausa si è fatta sentire. Ora diventa fondamentale il fatto di giocare ogni tre giorni».
«Cento? Altra sfida difficile, noi non faremo vedere quanto fatto a Veroli e a Latina».
Contro Chieti si recupererà domenica 18 aprile, fase ad orologio al via il 25. —
Lorenzo Montanari
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