Il Cus vuole resistere e intanto progetta un minimo di futuro
Rugby serie C. Squadra e staff non mollano anche se non ci sarà il campionato
l’analisi
Come ufficializzato qualche settimana fa, la non intenzione da parte del Cus Ferrara rugby a partecipare all’attività amichevole facoltativa data dalla Federazione italiana rugby, come unica possibilità per poter svolgere attività agonistica nella corrente stagione, ha di fatto chiuso ogni discorso su una ipotetica ripresa per l’annata sportiva 20-21.
futuro
Ma cosa sta succedendo in casa Cus e soprattutto cosa succederà in ottica futura? «Noi stiamo continuando ad allenarci due volte alla settimana - dice il tecnico della prima squadra cussina Dario Dardani -. Ovviamente facciamo tutte cose senza contatto, lontane dal gioco reale, ma che sono le uniche che si possono fare adesso. Incredibilmente devo dire che i numeri della partecipazione sono alti, sopra le più rosee aspettative. Addirittura si sono rivisti al campo giocatori che avevano lasciato il gruppo e questo fa molto piacere».
«Questo immobilismo generale è e sarà devastante in chiave futura - prosegue il tecnico -: pensiamo solo a noi in un ipotetico prossimo campionato. Secondo me si potrà pensare di riprendere l’attività a pieno regime solo se tutti saranno vaccinati. Già adesso la paura di un contagio ferma chi lavora in proprio e credo che l’ottica non cambierà fra qualche mese. Nessuno rischia il lavoro per uno sport dilettantistico».
«Ipotizzando poi che questa fase venga superata – continua Dardani – io, per tenere accesa la fiammella, chiederò di poterci allenare anche tutta l’estate per tenere unito il gruppo, provare ad anticipare l’incognita infortuni dopo due stagioni senza gioco reale di contatto e provare a fare numero».
le cifre
Già, i numeri, che non sono certo esaltanti in casa Cus. «In società stiamo già pensando a cosa poter fare in chiave futura - dice Dardani -. La pandemia ha fatto passare un po’ tutto in secondo piano, ma già quest’anno la rosa era esigua e con alcuni ruoli praticamente scoperti. Bisogna correre ai ripari. Dal settore giovanile emigrato a Rovigo probabilmente arriverà nessuno, anche se l’ottima stagione in Top 10 del nostro Leccioli (approdato a Rovigo per fare panchina, in poco tempo è diventato titolare quasi inamovibile; ndr) potrebbe saldare un legame e magari creare sinergie. Stiamo valutando di investire qualcosa reperendo posti letto da offrire agli studenti/atleti, ma sarebbe utile spingere sul fronte università per avere una collaborazione magari in borse di studio. Siamo in serie C, che certo non è categoria appetibile per venire a giocare a Ferrara. Serve un incentivo e questa – come è stato in passato – potrebbe essere la strada giusta».
«Anche altre società non stanno attraversando momenti tranquilli e non è fantascienza pensare a collaborazioni future - va a chiudere il tecnico cussino -. Però muoversi adesso con tutte queste incertezze soprattutto economiche non è fattibile». —
Dario Cavaliere
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