Moro studia da bomber «Paloschi comanda e ammiro Floccari Che emozione con CR7»
L’attaccante della Primavera spallina analizza il momento dei giovani Ma poi allarga l’analisi dopo le sue apparizioni con la prima squadra
l’intervista
Il Veneto e la provincia di Padova hanno sfornato talenti importanti per il calcio italiano. Alla lista vuole aggiungersi con determinazione anche il bomber spallino Luca Moro, nato nel 2001 a Monselice e arrivato alla corte biancazzurra la scorsa estate in prestito dai biancoscudati.
Moro, ci racconta il momento della Primavera reduce da 3 ko?
«È vero non stiamo raccogliendo punti, ma la squadra è sulla strada giusta e sono sicuro che riprenderemo il nostro cammino. Siamo un gran gruppo dentro e fuori dal campo. Questa è la nostra forza».
E 6 gol fin qui portano la sua firma…
«Non è un bottino di cui voglio vantarmi perché posso fare molto di più in quest’annata fondamentale per il mio futuro. So che in questo campionato devo fare la differenza. Alla Spal mi sono ambientato subito bene. Non mi sento un leader che detta le regole, ma voglio esser d’esempio nell’atteggiamento per i più giovani».
Si vede qui in futuro?
«Ne sarei molto contento. Venire a Ferrara è stata una scelta giusta. Piazza e società sono ambiziose e serie».
Chiappino (al Genoa) e Scurto cosa le stanno dando nel percorso di crescita?
«Entrambi chiedono sempre il massimo. Sono tosti e dal punto di vista caratteriale aiutano molto con passione e grinta. Gli allenamenti sono duri, ma servono per migliorare le capacità tecniche e morali. Scurto chiede tantissimo in fase di non possesso, bisogna sacrificarsi, ma quando si vince alla fine si gode il doppio».
Com’è stato affacciarsi in prima squadra?
«Sin dal mio arrivo qui, nemmeno dopo troppi allenamenti con la Primavera, mi hanno chiamato perché c’era bisogno di un attaccante. Ho trovato un gruppo coeso fatto di persone umili disposte a darti un consiglio e mai a infierire sugli errori. Mi sono sentito a mio agio in quell’ambiente: anche Marino e Mezzini si sono sempre messi a disposizione per dare consigli».
Ha osservato i colleghi attaccanti?
«Certo. Paloschi in area è uno che comanda: bisogna provare a imitare i suoi movimenti da bomber. Ho guardato tanto anche Floccari, è uno che ammiro tantissimo per la dedizione che mette in campo dopo una carriera così grande».
Com’è stato vivere i primi ritiri pre gara da aggregato?
«Sono sempre molto agitato fuori dal campo perché penso tanto e mi dico cosa devo fare se chiamato in causa. Poi capita che entro e vado a istinto con tranquillità. Vicari e Tomovic mi hanno aiutato molto in quel periodo. Conoscevo bene Okoli che ha la mia età ed era stato avversario».
Poi c’è stata quella mezzora giocata allo Stadium…
«È stata una grossa emozione. Mi hanno scritto tantissimi amici dopo quella serata. È stato pazzesco viverla. Dalla discesa del pullman dove avevo sempre visto camminare Cristiano Ronaldo, dalle luci, fino all’atmosfera di quell’enorme teatro moderno. Per tutto il primo tempo ho guardato Morata che non ha sbagliato una sponda per i compagni. Quando il mister mi ha detto di scaldarmi non vedevo l’ora di entrare e mi sono ritrovato Buffon nella porta avversaria: incredibile. La mia maglia personale me la sono tenuta per ricordo, mentre ho avuto quella di de Ligt».
Quel gol a Cosenza quanti notti l’ha sognato?
«Ci ho pensato almeno per una settimana (ride; ndr). Purtroppo è andata così, dispiace perché era regolarissimo. Nella gara dopo col Pordenone avrei dovuto far meglio: proverò a rispondere presente quando ricapiterà un’occasione».
Luca Moro chi sogna di diventare?
«I tre attaccanti che guardo e studio in video sono Lewandowski, Benzema e Haaland. Sono sicuramente i migliori da cui provare a imparare qualcosa. Il norvegese ha una fame assurda e quest’atteggiamento fa la differenza».
In chiusura un ricordo di Daniel Guerini. ..
«Non l’ho mai conosciuto di persona, sapevo che giocava qui perché nello spogliatoio i ragazzi hanno sempre parlato bene di lui. L’ho affrontato contro la Lazio avendo la conferma che fosse un buon giocatore come nei video visti. Purtroppo fatti del genere non si vorrebbero mai sentire, mi dispiace molto». —
Alessio Duatti
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