Scomparso Moretti, biancazzurro tosto Campione Primavera e leader in serie A
ferrara. Spal in lutto per la scomparsa di Maurizio Moretti, morto improvvisamente – la notte scorsa – nella sua abitazione friulana. Era nato il 3 marzo 1945, ed aveva fatto da poco ritorno a casa dopo una cinquantina di giorni di ricovero in ospedale. Nel corso della degenza aveva contratto il Covid, ma pareva aver superato i problemi di salute. Invece, l’altra sera si è addormentato in un sonno che non ha avuto risveglio.
Friulano, tosto, Moretti venne scoperto da Paolo Mazza in quello che era il bacino prediletto in cui il presidentissimo attingeva a piene mani. Portato a Ferrara 17enne, si mise subito in evidenza nelle giovanili e approdò in prima squadra nella stagione di serie B 1964/65, debuttando insieme a Franco Pezzato nel 2-1 al Brescia del 2 maggio 1965. Al pari di Fabio Capello diede linfa vitale per la rimonta-promozione in quel finale di annata. Con lui in squadra, 6 vittorie e 1 pareggio, e solo 1 gol incassato.
«Era forte – ricordava ieri il suo grande amico Gigi Pasetti –, anche di carattere. Non aveva grandissima tecnica, ma contro di lui gli attaccanti avversari non la prendevano mai, ed era ciò che voleva Mazza».
Nel 1965/66 Moretti collezionò 13 gare in A, debuttando a Ferrara contro il Milan in una gara finita 1-1 con i gol di Massei e Rivera, simboli delle due squadre. Un’annata per Moretti propedeutica al lancio definitivo in A, titolarissimo e indicato come una delle prossime grandi cessioni di Mazza. Allo spalancarsi di un’ottima carriera Moretti fu però vittima di un tremendo infortunio, proprio contro il Milan, ma a San Siro, il 16 aprile 1967, vedendo così interrotta la propria parabola in A dopo altre 26 partite. Di più: quell’infortunio mise di fatto termine alla sua carriera. Moretti rientrò solo nell’ottobre del 1968, con la Spal ormai in B, ma in quella stagione cadetta riuscì a giocare solo 2 gare (contro Ternana e Catania) prima di essere prestato – nella finestra novembrina del mercato – in C all’Ascoli per cercare di rimetterlo in pista.
Tornò alla Spal dopo 19 presenze con i marchigiani ma nelle due successive stagioni di C con la Spal (1969/70 e 70/71) non andò oltre le 21 e 16 gare. Di fatto finì lì, poi giocò due anni in C col Belluno e chiuse tra i dilettanti nel suo Friuli.
Una delle più grandi promesse della Spal, al suo attivo un centinaio di presenze in prima squadra ed il titolo di campione d’Italia con la Primavera di Gibì Fabbri nel 1965, anno in cui Moretti ottenne – come detto prima – anche la promozione in serie A. «Era un esempio per tutti – è ancora Pasetti a parlare – ed era il “capo” di quella banda di ragazzini. Lui, Bertuccioli ed io eravamo inseparabili».
Moretti lascia la moglie e una figlia che ormai gestiva il locale di tendenza (bar, enoteca, locanda) avviato dal papà alle porte di Udine. —
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