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Murgia II, testa da grande. «Sono nuovo, guardate»

Murgia II, testa da grande. «Sono nuovo, guardate»

Il centrocampista tra curva, fiducia, stipendio ridotto e sogni. «Mi sento cambiato, vorrei la A con la Spal e mister De Rossi

17 novembre 2022
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Ferrara È talmente un nuovo Murgia che per rimarcarne il cambiamento sarebbe quasi il caso di organizzare una nuova presentazione ufficiale. Cambio d’abito (dal numero 11 dei passati anni di Spal al 23 corrente), sì, ma anche di mentalità. Col centrocampista classe 1996 che al momento rappresenta una delle note liete di questa prima parte di stagione.

Il simbolo del nuovo inizio rimane quel messaggio di fiducia che le avevano dato i ragazzi della Curva a Dimaro?

«Sicuramente. È stato il primo tassello di questa ripartenza, importante per me, ma che si è dimostrato anche un segnale positivo per tutti. Sto provando a far vedere ciò che valgo in campo: alla fine è la cosa che conta».

Anche la figura del direttore Lupo ha avuto una sua importanza. Vi siete presi un caffè “di svolta” prima del raduno?

«È una persona che rispetto e stimo. Nell’incontro ci siamo parlati chiaramente. Lui mi ha mostrato il suo interesse, trasmettendomi fiducia nelle mie qualità calcistiche ma soprattutto umane. Mi è arrivato molto, per cui lo ringrazio. La sua carica continua a essere tale nella quotidianità, mia e dei miei compagni».

Pur con caratteri diversi, erano arrivati stimoli anche da Venturato e Tacopina?

«Sì, il percorso e il lavoro è stato fatto da parte di tutti in un’unica direzione per il bene della Spal, consapevoli di voler dar tutto per maglia, squadra e città».

Poi è arrivato il suo di gesto: col contratto (fino al 2025) rimodulato nell’ingaggio…

«Ogni scelta fatta, dal campo a questi aspetti, è andata verso la direzione giusta per poter poi fare bene in campo e rendere al meglio. Se il venirsi incontro può portare a grandi risultati, io sarò sempre a disposizione di tutto ciò che è la Spal».

Ma a che livello di soddisfazione personale è Murgia dopo questi primi (nuovi) mesi?

«Sono sempre stato molto autocritico, ma stavolta dico sinceramente che sono soddisfatto pur sentendomi ancora lontano dalla condizione globale in cui potrò essere. Sento di riuscire a dar il mio contributo e questa è una cosa significativa anche per me come persona. Voglio continuare su questa strada, facendo quel qualcosa in più per la squadra e per il nuovo allenatore che in questa prima parte del suo percorso ci sta dando tutta la sua energia».

Qual è stata la prima cosa che ha pensato quando è uscito il nome di De Rossi?

«Soltanto quello fa venire i brividi. Sappiamo tutti che giocatore e che persona è stato nella sua carriera. È arrivato con la serenità giusta per far tirare fuori il 100% da tutti noi. Vederlo qui è stata un’emozione grande, poi lavorare con lui e col suo staff è davvero un piacere. Sta soltanto a noi cercare di sfruttare la sua voglia di far bene. Personalmente non mi ha detto nulla di particolare, ma ha dimostrato di credere in me».

E cose da derby Roma e Lazio…?

«Non ci siamo fatti battute. Poi il livello che aveva lui alla Roma e quello che avevo io alla Lazio non sono paragonabili. Anche dopo l’ultimo derby vinto non gli ho detto nulla perché so quanto lui sia legato all’altra parte di Roma (ride; ndr)».

Magari è giunto il momento di fargli un gol. Le manca segnare, visto che non succede dal settembre 2020?

«Sarebbe bello, perché darebbe ancor più enfasi a questo mio periodo. Ma davvero: se dovessi scegliere tra segnare una rete o vincere 5 partite di fila e non far gol, ovviamente andrei per la seconda così siamo tutti contenti. Il non segnare non è una cosa che mi crea pressioni, ma un po’ manca quindi spero arrivi prima possibile».

Ci sarebbero anche questi 6 cartellini gialli nelle 6 volte in cui è sceso in campo…

«Diciamo che devo gestire un po’ di più la foga, l’irruenza e la voglia di dimostrare con letture e lucidità (ride; ndr). Sono stati tutti meritati, ma sempre per generosità. Sicuramente questa cosa devo un po’ rivederla perché poi magari capita come l’ultima volta che un giallo dopo 20 minuti ti costringe a calare mezza marcia».

Il numero 6 è anche quello delle partite che mancano a fine dell’andata. Saranno decisive per indirizzare un obiettivo?

«Direi una bugia affermando che la classifica non va guardata. A ogni giornata il risultato è una componente fondamentale. Sul discorso delle prossime 6 penso che non saranno decisive perché in B la classifica rimane comunque sempre corta in un senso o nell’altro. Però proveremo a far il nostro meglio partita per partita, pensando che questa sia sempre la vita».

Tornare in serie A, prima o poi, rimane un suo obiettivo?

«Assolutamente sì. Ce l’ho in testa e ogni giorno lavoro dando il 100% per raggiungerlo. Magari con la Spal, visto che oggi indosso questa maglia».

Curiosità finale. Mondiale in Qatar. Opinioni?

«Non sarà una competizione che mi incollerà alla tv, la mancanza dell’Italia è un po’ frustrante. Vedo però che si sta lavorando per ricostruire. Per il resto sono un amante del bel calcio e del bel gioco, quindi auspico che il Mondiale possa garantire emozioni e di divertimento, sperando che i problemi extra campo di cui si è parlato e di cui si parla possano risolversi». l

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