Massimo Callegari, un successo ferrarese
Il giornalista Mediaset, conduttore di Pressing e commentatore top, si racconta: «Alla Nuova Ferrara i miei primi passi, ricordo tutto e tutti con grande affetto»
Ferrara Dalle colonne de La Nuova Ferrara, dove iniziò commentando i risultati del calcio dilettantistico già con acuta ironia, alla voce delle migliori gare dei mondiali e della Champions League. Massimo Callegari, classe 1977, ferrarese doc, dopo aver iniziato a muovere i primi passi nella professione giornalistica nel nostro giornale, giovanissimo, ora conduce Pressing, dopo essere stato aTele+, Sportitalia e Dazn. Assieme a Federica Lodi, volto di Sky e particolarmente della Premier League (ma anche con trascorsi olimpici...), Callegari rappresenta il top del giornalismo sportivo nazionale e non solo made in Ferrara.
Giovedì sera il “Capitano”, come lo chiamavamo per i suoi freschi trascorsi calcistici (Pontelagoscuro, Spal, Frutteti e infine Vigaranese juniores), si è raccontato, parlando prima del bell’evento sull’identità digitale tenutosi alla Bondi Arena, del quale Callegari è stato fra i principali relatori.
«Una bella iniziativa – le sue parole –, testimonianza del dinamismo che è giusto che ci sia a Ferrara, per un tema già rilevante, e lo sarà ancora di più in futuro, ossia la gestione delle nuove tecnologie da parte dei ragazzi: non vanno disperse troppe energie e non bisogna farsi troppo condizionare dai commenti che arrivano nei loro confronti».
Poi, un salto nel passato, quando ancora ragazzo approdò alla Nuova Ferrara: «Mi ricordo tutti i passaggi – dice “Calle” con quel tono a metà strada fra il nostalgico e il divertito –, ho seguito tutte le categorie del calcio, seguendo un percorso graduale che, al giorno d’oggi, non è così scontato per i ragazzi. Ho avuto riferimenti, persone e professionisti che ti danno consigli e ti fanno capire dove hai sbagliato e come puoi migliorare. Ricordo tutti quegli anni con grandissimo affetto e con grande riconoscenza, anche perché mi hanno permesso di seguire anche la Spal, in anni buoni e meno buoni, altra grande esperienza. Di fatto, seguivo la squadra della mia città facendo esperienze e lavorando: una combinazione perfetta».
Già, la Spal, una passione che, anche vivendo a Milano, non si è sopita: «Quando mio padre (l’indimenticato “Ciccio” Callegari, allenatore e uomo di calcio, ndr), mi raccontava gli anni d’oro della Serie A, mi pareva qualcosa d’irripetibile, non avrei mai pensato di poter vivere quelle emozioni, il fatto di avere vissuto le due promozioni, i tre anni di Serie A, la possibilità di aver commentato su Mediaset Premium la Spal in A, beh, è un’altra cosa che mi resterà per sempre nel cuore. Mi dispiace che la situazione attuale sia così difficoltosa e a così breve distanza da quell’epoca d’oro: penso che da ferraresi dobbiamo riconoscere al presidente Mattioli e alla famiglia Colombarini di aver fatto qualcosa di straordinario, sono stati profeti in patria e in alcune situazioni non è stato riconosciuto loro del tutto. Adesso, purtroppo, vediamo che non è facile ripetere quello che loro sono riusciti a fare».
L’orizzonte di Callegari, invece, è rimasto alto e il suo presente a Mediaset è lì a dimostrarlo: «Il mio primo sogno era fare il calciatore, quando giocavo nella Spal da ragazzo, dopo di che ho capito abbastanza presto che non sarebbe stato possibile, perché non avevo le qualità necessarie. Ho cercato una cosa che mi potesse fare vivere quel palcoscenico, ci sono arrivato. Quando uno dei miei maestri, Luca Cestari della Publiteam, mi chiese quale fosse il mio sogno, io gli risposi “commentare la finale di Champions”. Pensavo fosse impossibile realizzarlo, esserci arrivato è una grande soddisfazione. Mi piace pensare di averlo fatto restando molto legato a tutti gli amici a Ferrara, restando me stesso, anche se ho cambiato contesto».
Il futuro di Massimo è proiezione del suo bel presente e del recente passato: «Anzitutto voglio finire bene la stagione – riflette Callegari –, entriamo nel vivo con la Coppa Italia, la Champions e il programma Pressing. Dopo questo bilancio, vedremo. Mi piacerebbe un giorno rivivere l’esperienza dei Mondiali, è stato qualcosa d’incredibile aver passato 40 giorni in Russia con il gruppo di lavoro straordinario di Mediaset».
Come accennato, negli studi milanesi, sponda Sky, c’è un’altra giornalista ferrarese “di punta”, Federica Lodi: «Avere due giornalisti così in alto è motivo di grande soddisfazione. Anche a Ferrara, dove a volte c’è la sensazione che non si possa fare il salto di qualità, ci sono le possibilità per crescere. Fra le altre persone, devo citare Mauro Simeon, il primissimo a credere in me nella parte televisiva, mentre avevo cominciato a scrivere a La Nuova Ferrara. Per Federica, come del resto per me, la Publiteam è stata una grandissima scuola, altra realtà ferrarese. Penso e spero che saremo un esempio positivo per i ragazzi che vogliono fare un percorso , sapendo che qui a Ferrara si sta benissimo, ma arriva il momento in cui bisogna decidere di lasciare la città per fare un salto di qualità. All’inizio – ha ammesso Callegari – è stato difficile, ma poi le soddisfazioni sono arrivate».
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