La Nuova Ferrara

Sport

La storia

Ferrara, il Cus Rugby festeggia 90 anni: mito, leggenda e vittorie

Dario Cavaliere
Ferrara, il Cus Rugby festeggia 90 anni: mito, leggenda e vittorie

Prima palla ovale nel 1928, ma è del 1934 il debutto con il dottor Zavarini. Il 1984 e il 1994 sono anni straordinari con epiche imprese e promozioni

5 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Questo mese di maggio 2024 è particolare per il rugby ferrarese. In esso sono infatti condensate tante ricorrenze da poterlo definire unico. Il rugby a Ferrara compie 90 anni; nel maggio 1934 una squadra del Guf Ferrara, guidata da Giuseppe Zavarini, prima studente poi stimato medico nonché pioniere della palla ovale, partecipa ai Giochi Littoriali di Milano. A dir il vero un pallone bislungo in città si era già visto il giorno dell’Epifania 1928, nel campo sportivo di Piazza d’Armi, quello dove giocava la Spal. Con i lavori in corso per l’ultimazione della tribuna, inaugurata poi da Italo Balbo mesi dopo, si affrontavano il Rugby Club Padova (Leoni di San Marco) e la Bologna Sportiva. Arbitro Paselli dell’Ambrosiana Milano. Episodio sporadico di propaganda e dovettero passare anni, ma, con Zavarini in campo come tallonatore e con alla guida il bolognese Magri, un manipolo di giovanotti (Poltronieri, Ballo Spettoli, Preti, Bigoni, Fioravanti, Rizzo, Cervellati, Barducci, Alberti, Balboni, Lucci, Melnati, Fabbris, Canella, Costa cui si aggiunsero Savonuzzi, Marchi, Rolli, Cattolica, Romanini, Zagatti, Mantovani, Bargellini, Zambelli, Ghiralberti, Calzolari) vince 19-0 con il Messina, 3-0 con il Pavia e 8-3 con il Modena. Era il primo anno in cui il rugby era ammesso ai Giochi ed è a loro che si deve idealmente tutto quel che accadde in seguito. Da qui parte la piccola grande storia del rugby ferrarese. Sempre con il "4" ricorrente, si arriva al 1954. Morto alla fine degli anni ’30, sbattendo sul muro della guerra, il rugby ferrarese rinasce un lunedì sera di primavera, quando, nella sede sociale del Cus Ferrara in via Savonarola, s’incontrano per una riunione il consigliere nazionale della Fir Valchierotti, il dottor Belli, presidente del comitato regionale Fir, il dottor Zuolo, in rappresentanza del Rugby Rovigo, il fiduciario della Federazione ragionier Govoni, il dottor Zavarini in rappresentanza dei medici sportivi e, a far gli onori di casa, il presidente del Cus Sergio Cavallari. Qui venne costituita la prima società di rugby ferrarese sotto l’ala cussina, dove vive ancora oggi.

Un salto di altri 30 anni e si arriva al maggio 1984, che vede l’epilogo della stagione della svolta, nonché i festeggiamenti per il cinquantenario. La squadra allenata tecnicamente da Doro Quaglio e fisicamente da Paolo Sisini, dopo la vittoria settembrina nel trofeo Rizzi a Roverdicrè, si lancia nel campionato di C2, che avrà un bilancio esaltante. Nella prima fase 14 successi in altrettante partite, con 417 punti fatti e solo 66 subiti. In casa estense per gli ospiti solo 21 punti segnati, frutto di 7 piazzati: la meta resterà inviolata tutta la stagione. I cussini vanno così alle finali promozione contro Thiene. S’inizia in terra veneta e, complice un attacco febbrile notturno che mette ko il mediano Franceschini, Quaglio schiera Alessandro Zanella, Tuffanelli, Bimbatti, Galeazzi, Sapigni, Trombetta, Cavaliere, Narciso Zanella, Correggioli, Mora, Colombo, Tassinari, Pellegrinelli, Salvan, Tumaini. È una battaglia, ma il Cus, con mete di Alessandro Zanella, Trombetta e calci dello stesso, vince 13-9 e ipoteca la promozione. A Ferrara il 6 maggio ’84 alle 6, inizia l’ultimo atto. La partita è dura. Un attimo di paura per una marcatura ospite dovuta a un errato disimpegno, poi Narciso Zanella e una doppietta di Bimbatti chiudono i conti. Finisce 21-10 e alle 17.15, dopo 16 vittorie in altrettanti incontri, la tanto sospirata promozione in C1 è cosa fatta. Anche il 1994 sarà un anno da ricordare e sarà definito in seguito "Annus Mirabilis". Il Cus è in C1, guidato dalla coppia Andrea Fabbri-Silvano Roncarati. L’inizio non è dei migliori: alla settima giornata la classifica recita Monselice 14 punti e Ova 12, mentre il Cus è quarto con 8. Siamo alla fine di novembre e i ferraresi da quel momento non perderanno più, espugnando lo Sgorbati di Pieve di Cento e battendo la capolista Monselice. Altri due successi chiudono il campionato dei bianconeri, con la classifica che dice: Monselice 31, Pieve e Ferrara 30 (14 vittorie, due pareggi, due sconfitte). Si diffonde a questo punto dalla Federazione la notizia che vorrebbe i veneti privati della promozione per non aver schierato le categorie giovanili obbligatorie. Si rende così necessario quindi uno spareggio, un derby: Cus-Ova, con in palio la serie B.

La partita si gioca l’8 maggio sul campo neutro di Frassinelle. La cornice di pubblico è da serie superiore, con le due tifoserie che si suddividono gli spalti. Bandieroni, fumogeni, trombe... non manca nulla. Roncarati e Fabbri schierano Bruni Pirani, Goberti, Farinatti, Papadia, Squerzanti, Chiarelli, Sofritti, Rubbi, Namari, Bottura (Blanzieri), Gargano, Michelotto, Tronca, Bertelli, Cavicchi. La partita è molto tattica, con tanto uso del piede al fine di giocare nella metà campo avversaria. Il punteggio varia solo per calci piazzati, fino al 32’, quando l’Ova sorprende al largo la difesa ferrarese e segna. Il primo tempo si chiude 9-8 per il Cus. Con tatticismo estremo si arriva al 58’, quando nasce l’azione decisiva. Penetrazione cussina, cambio di fronte da sinistra verso destra, palla allargata con l’estremo Bruni Pirani che vola in bandierina girando attorno al diretto avversario. Punteggio sul 14-8, con 20’ ancora da giocare, ma il risultato non cambierà più. Al fischio finale è il tripudio. I tifosi ferraresi invadono il campo, le lacrime non si contano così come gli abbracci. Tecnici, capitano e presidente portati in trionfo, con un carosello di auto e trombe stile mondiali di calcio che accompagnerà la squadra fino a Ferrara. Ma la stagione non è finita, ci sono le finali dei Campionati Nazionali Universitari a Pesaro. Fabbri organizza un paio di allenamenti e si parte. Il girone preliminare è tremendo, ma il 20 maggio si gioca. A sorpresa il Cus Ferrara batte 26-5 il Catania, poi 19-5 il fortissimo Padova, per chiudere con un perentorio 33-5 con Roma. Il primo posto fa lievitare la carica della squadra. Nei quarti vittoria perentoria 20-12 sul Napoli, bissata da quella in semifinale 12-5 sul Cus Genova allenato da Marco Bollesan (sui cui appunti, redatti in occasione della partecipazione della Nazionale al torneo di Hong Kong, Fabbri aveva preparato la squadra). In finale arriva il Parma guidato dal celebre tecnico francese Guy Pardies. Sarà una partita al cardiopalma. Con mete di Papadia e Goberti il Cus va sul 14-12, ma a tempo scaduto l’arbitro decreta un calcio di punizione per i parmensi. Tutti seguono con il fiato sospeso la traiettoria dell’ovale, che sfiora i pali ed esce. Ferrara campione d’Italia per la prima volta nella formula Seven dopo i titoli del ’75 e ’86 a 15 giocatori. A suggellare il trionfo la squadra viene ricevuta in rettorato: vengono premiati Balzan, Rubbi, Goberti, Soffritti, Papadia, Farinatti, Bruni Pirani, Congregalli, Squerzanti, Golfetti, Rizzati, Vincenti e Blanzieri.