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Un ferrarese finisher all’olimpica: «La mia più bella corsa di sempre»

Sergio Armanino
Un ferrarese finisher all’olimpica: «La mia più bella corsa di sempre»

Il professor Bovolenta ha tagliato il traguardo alla maratona per tutti

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Ferrara Sette agosto, Paola Arquà posta su Facebook: «Domani si parte per Parigi. Poteva essere uno dei soliti viaggi a Parigi e invece no. Questa volta ci sono le Olimpiadi e la tua partecipazione alla Maratona Olimpionica aperta a tutti che si terrà sabato 10 agosto alle 21. Da quando sei stato selezionato e sorteggiato quasi 3 anni fa ho visto impegno e passione. Fatica e tanti km macinati da solo e in compagnia, col caldo allucinante e col freddo pungente. Sarà la tua quarta maratona. Ma questa avrà un sapore diverso! E comunque vada sarà un successo! Pronta anche stavolta a commuovermi per la tua determinazione, la tua forza e il tuo sorriso. Ti aspetterò all’arrivo! Io e tante altre persone tifiamo per te!». Lei, che è la moglie del ferrarese in corsa, all’arrivo c’era: lui c’è arrivato. E lui è Matteo Bovolenta, 44 anni, professore associato in biologia molecolare all’Università di Ferrara, ma a Parigi "di casa", avendoci lavorato per quasi 5 anni: «Poi siamo tornati a Ferrara, dopo il Covid a fine 2020», racconta il giorno dopo l’impresa, che, appunto, ha radici lontane.

Com’è nata l’idea di partecipare alla Marathon Pour Tous?

«Quando ancora eravamo qui, visto che Parigi aveva i Giochi olimpici e sapevo di questa maratona, ho provato a partecipare».

Un’idea condivisa da tanti in tutto il mondo: questo pettorale com’è arrivato?

«Il regolamento diceva che bisognava arrivare a 100mila punti, raccolti facendo attività: ogni chilometro di corsa valeva 10 punti, 5 camminando, 2,5 in bici. Ma io sono stato estratto nel 2021 qua a Parigi per partecipare a una gara, dove dovevamo correre con un certo tempo di vantaggio sul campione olimpico in carica, il keniano Eliud Kipchoge, che inseguiva: chi arrivava prima di lui si qualificava. Ce l’ho fatta, ho partecipato e l’ho finita tutta, mentre purtroppo Kipchoge, che aveva vinto a Tokyo e prima anche a Rio, qui a Parigi si è dovuto ritirare (il leggendario maratoneta ha interrotto attorno al 30º chilometro, quand’era in fondo al gruppo, dileguandosi in taxi, ndr): ha 39 anni e problemi a un’anca...».

Torniamo a te: hai avuto 3 anni di preparazione.

«Più o meno. Correvo già a Parigi con un gruppo autorganizzato, si chiamava Let’s run Paris. A Ferrara mi sono unito alla Corriferrara, ho continuato ad allenarmi e a novembre ho corso la maratona di Firenze. La prima l’avevo corsa a Parigi nel 2018, questa delle Olimpiadi è stata l’ultima».

Sullo stesso percorso della gara olimpica, per nulla facile…

«Sì, l’idea era proprio di metterci sullo stesso tracciato, che è atipico: andando verso Versailles ci sono 400 metri di dislivello, anche con salite abbastanza dure, tant’è che sono andato più volte ad allenarmi sui colli bolognesi e sulla salita delle Orfanelle che porta a San Luca: è stato un bene, qui il percorso era complesso».

C’erano altri ferraresi? «Ero con gli amici del gruppo con cui correvo a Parigi. Altri ferraresi che io sappia no, 4/5 italiani li ho visti. La maggior parte erano francesi, poi americani e belgi».

Piazzamento?

«Non c’è una classifica, ho il mio tempo: 4h7’. Visto il percorso, va bene così. Il mio record è 3h34’, su un percorso con meno difficoltà: qui mi sarei aspettato di rimanere dentro le 4 ore, ma c’era caldo alla partenza, tanta gente, bisognava anche fermarsi talvolta».

E una fan al traguardo che aspettava con impazienza...

«Mia moglie mi segue in tutte queste follie, è la mia supporter numero uno. A correre c’erano 40.048 persone, metà uomini e metà donne, metà per la maratona, metà per la 10 km».

Felice dell’esperienza?

«Assolutamente sì, l’aspettavo da tanto tempo, correre nell’esperienza olimpica è stato unico: lungo il percorso leggevano il mio nome sul pettorale e mi incitavano, c’era gente dappertutto, poi la partenza al tramonto, il braciere olimpico alzato al nostro passaggio, Versailles illuminata di notte: nonostante il male alle gambe che sento adesso, sono molto contento di averla fatta».