Spal, è già ora di svolte
Due ko con 8 reti subite impongono ripari immediati. Modulo, interpreti e atteggiamento sono da rivedere
Ferrara Il sentimento di delusione si mischia a quell’incredulità generale che ha iniziato a regnare sovrana nel momento in cui la Lucchese del buon mister Gorgone, già in aria di esonero (almeno stando alla caldissima tifoseria toscana) ha iniziato a banchettare al "Mazza" tra le voragini biancazzurre. Diciamoci la verità: ok, tutte le (note) difficoltà dell’estate, ma chi avrebbe mai immaginato una partenza del genere? L’ultimo scomodo posto della classifica, quel fastidioso -2 a seguire il nome Spal, gli 8 gol subiti nelle prime 3 uscite, con tanto di doppia sconfitta "da tris" registrata tra la confusionaria fine di agosto e il nuovo mese di settembre, che più male di così, non poteva aprirsi. I numeri fanno paura e sono inaccettabili per come sono maturati: il popolo ha già espresso una più che discreta parte di dissenso. Perché, se contro l’Ascoli ci si era tenuto stretto l’aspetto caratteriale e contro il Perugia la serata di calcio è stata alquanto anomala, il passo indietro verificatosi nel "match ideale" per attivare la propria marcia stagionale è qualcosa che in via Copparo dovrà passare sotto un’attenta analisi. Quella della proprietà, in primo luogo, che durante l’estate ha anteposto a ogni altra cosa l’obiettivo di rientro economico per le proprie casse, rallentando la notevole mole di lavoro affidata al ds Casella, al quale potrebbe essere imputato qualcosa soltanto per le ultime 24 ore di mercato. Poi, c’è il mister, profilo di quelli "strong", che sta cercando di trovare le migliori soluzioni - guai, a non dargli tempo -, ma l’ultima tentata contro la Lucchese, il 4-2-3-1 con Radrezza sulla trequarti, ha sbilanciato troppo la squadra. Infine, i giocatori. Perché anche per loro vale il discorso della necessaria amalgama, ma se a salvarsi a pieni voti ci sono solo quel gigante di capitan Antenucci (40 anni compiuti sul campo) e il piacevole Mignanelli (roba che sulla corsia mancina a Ferrara non si vedeva da anni), una qualche domanda tutti gli altri se la devono porre.
Le cose possono ancora venire, i margini ci sono, ma bisogna iniziare a raccogliere qualche frutto il prima possibile, per evitare di entrare in una prematurissima spirale negativa, che abbiamo già visto risultare letale (per singoli e collettivo) negli ultimi anni. Voltare pagina andandosi a prendere l’intera posta contro un Sestri Levante in altrettanta difficoltà è l’unica cosa che la Spal può fare.Se sarà "brutta, sporca e cattiva" come auspicato dallo stesso Dossena, andrà bene ugualmente (per ora). Non è stata costruita con queste caratteristiche, ma, in un momento del genere, la cosa più saggia è il rimandare l’immagine della squadra che si vorrà vedere quando i tempi saranno maturi e quando anche la classifica avrà iniziato a incamerare un po’ di ossigeno. Facendo qualche nome, c’è da sperare che per il centrocampo possa tornar disponibile Awua, mentre il difesa l’usato sicuro di Bassoli può essere la medicina del presente. Magari in coppia con quel Bachini risultato sostanzialmente indisponibile contro la Lucchese? Chissà. La settimana darà risposte definitive anche su Karlsson, che, tra un selfie e un autografo firmato ai tifosi allo Spal Store dello stadio, ha garantito di volerci provare.