El Kaddouri, quanto ci manchi. Senza la mezzala si è spenta la luce della Spal
Protagonista nei due successi, è l’unico che dà imprevedibilità
Ferrara Tre partite da titolare con due vittorie e una sconfitta dove però ha dovuto alzare bandiera bianca al minuto 19 per un problema muscolare che lo terrà fuori anche a Rimini. Forse non è un caso che con la mancanza di Omar El Kaddouri la Spal abbia incassato due sconfitte (Milan Futuro e Entella) senza di fatto mai dare la sensazione di essere brillante in fase di costruzione. Perché magari la mezzala sconterà qualcosa in fase di interdizione ma quando ha la palla tra i piedi è in grado di accendersi e accendere: ne è la riprova il delizioso filtrante di esterno destro recapitato a Mignanelli in occasione del cross per l’1-0 di Antenucci con il Carpi, ma anche diverse giocate necessarie a saltare l’uomo e a creare quella superiorità numerica che tanto è necessaria nel calcio.
Se El Kaddouri non c’è la Spal fatica a rendersi pericolosa in fase offensiva. Fatto salvo la super occasione fallita da D’Orazio ad inizio secondo tempo con il Milan Futuro, non si ricordano altre chance costruite dai biancazzurri se non su palla inattiva. Casella e Dossena avevano più volte dipinto le doti della mezzala ma forse neppure loro pensavano che avrebbe potuto spostare così tanto gli equilibri. Ma la Spal un altro giocatore del genere non ce l’ha né da piazzare sulla linea mediana dove prevalgono i muscoli di Zammarini, Awua e Nador e neppure alle spalle di una punta centrale dove lo stesso Radrezza fatica a ritagliarsi lo spazio naturale di un numero 10.
La manovra diventa pertanto leggibile e le contromisure all’avanzare spallino sono più facili da trovare e applicare. Imprevedibilità, ecco ciò che fa la differenza a qualsiasi latitudine, quella di cui difetta la Spal fin dallo scorso anno e non si può pensare che il solo Rao possa essere la variabile nel corso della partita. Forse anche per questo El Kaddouri diventa necessario se non indispensabile negli equilibri estensi e per il suo futuro in campionato.
Per riaverlo operativo al 100% servirà tempo e pazienza, almeno un altro mese tra il reintegro in gruppo e il ritrovato ritmo gara, ma non si può pensare di prescindere dal numero 8, l’unico che un cambio non ce l’ha.