Spal, ecco perché mister Dossena rimane
L’allenatore rimane in sella, ma fiducia a tempo
Ferrara È terminata con quel velo di nebbia ad avvolgere la città, la nottataccia di Spal-Pescara. Una sorta di sipario naturale su uno dei momenti più grigi dell’oggi spallino. Esattamente dopo la sfuriata vissuta dai presenti ai piedi della tribuna centrale, quando il popolo della Ovest ha manifestato tutta la propria rabbia verso l’intero gruppo squadra che si è presentato con mister Dossena e il diesse Casella in prima linea. Tante le contestazioni addebitate dai tifosi ai protagonisti di campo, prima di prendere tutti la via del sonno (per chi è riuscito…) e di capire quale decisione avrebbe preso il club riguardo la conduzione tecnica.
A quanto pare la società ha ribadito la fiducia a mister Andrea Dossena, che ora avrà una settimana piena per metter mano ai famosi cocci. Dagli Stati Uniti, al di là delle consuete spiegazioni richieste ai vari direttori, non sembrerebbe esser arrivato il famoso segnale verso la rottura definitiva. Tacopina, tra l’altro, sul suo profilo Instagram (tacopinalaw) proprio venerdì sera si era mostrato sugli spalti del “Citi Field Stadium”, a seguire la partita di baseball dei Mets con il figlio Davide su invito dell’amico Anthony Scaramucci.
Comunque sia, la valutazione che sarebbe stata fatta dalla Spal su Dossena avrebbe racchiuso un giudizio non gravemente negativo rispetto ai 90 minuti col Pescara, visto il minimo segnale di risveglio mostrato dopo la non gara di Campobasso. E, aggiungiamo noi, va sempre tenuto in considerazione il fatto che cambiare comporterebbe un ulteriore dispendio economico. È fuori discussione che la Spal contro il Delfino non abbia fatto la parte dell’armata Brancaleone, come magari ci si sarebbe aspettato post Campobasso e dopo la poco lucida settimana vissuta in via Copparo. La scelta del 5-3-2, con l’abiura di ogni concetto appartenente all’idea di gioco con cui si era presentato l'ex allenatore della Pro Vercelli, ha quantomeno permesso alla Spal di limitare i danni e di andare vicina al punto se non fosse capitato il multiplo errore sul gol di Brosco (solita situazione da palla inattiva). Nulla di entusiasmante, sia chiaro. Anche perché si è comunque perso e la fotografia della classifica odierna è un gran bel guaio. Ma non sono arrivate imbarcate e il fare di necessità-virtù (in stile dell’ultima Spal di Colucci) è un primo antidolorifico che immaginiamo possa esser utilizzato anche nelle prossime uscite.
Sarà altresì importante dare un tocco non solamente difensivo al nuovo assetto, perché la Spal - moduli o non moduli - ha necessità di tornare a segnare come almeno faceva all'inizio. Nelle ultime 5 partite, macchiate dai 4 ko che hanno rovinato le giornate di ogni appassionato biancazzurro, hanno timbrato soltanto Arena e Awua. Gli altri, spenti e non pervenuti (Karlsson in cima alla lista). E nel periodo sono ugualmente arrivati 9 gol al passivo (parziale fin qui di 19, con la media sempre vicino al 2). E visto che le cose non stanno andando, quel -3 in classifica continua a pesare sempre più. La Spal si trova potenzialmente a -16 dalla vetta - tanto per rendere l’idea - se il Pescara vincerà il recupero contro Milan Futuro. Gap inaccettabile dopo soli 10 partite. Non è più una questione di griglia di partenza. La corsa è iniziata da un pezzo. Con questo ritmo il rischio non è solo quello di essere doppiati in fretta, ma di piantarsi in posizioni che da queste parti non possono esser contemplate. Nemmeno ora che la bandiera a scacchi rimane (per fortuna) un oggetto ancora distante.