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Spal, un bomber spuntato: Karlsson è ancora a zero gol

Alessio Duatti
Spal, un bomber spuntato: Karlsson è ancora a zero gol

L’islandese è uno dei tanti simboli negativi del contestato presente spallino e la sua presenza in campo risulta più un ingombro che un’utilità alla causa

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Ferrara Non gira nulla alla Spal e non gira nulla nemmeno a Ottar Magnus Karlsson. Anche contro il Pescara si sono manifestate tutte le difficoltà dell’attaccante islandese. Una sorta di geyser silente, che sembra proprio non riuscire a sfogarsi. Il gigante biondo di Reykjavik - secondo islandese della storia spallina dopo Ellertsson - è uno dei tanti simboli negativi del contestatissimo presente spallino. Ci sta provando ma non sta riuscendo, il classe 1997. A tal punto che la sua presenza in campo sta risultando più un ingombro che un’utilità alla causa. Davvero un grande peccato.

Anche stavolta quello “della punta” resta un tema complesso da analizzare in casa biancazzurra. Negli anni scorsi non sono mai riusciti a sbocciare o ad avere continuità i vari Colombo, La Mantia, Moncini, Petrovic. Zilli, nel mentre, assaggia il campo a Cosenza contando i minuti a sua disposizione sulle dita delle mani dopo il mancato ritorno a Ferrara. Quella di Karlsson è una storia al momento priva di gloria, nonostante le discrete premesse estive. Acquisto a titolo definitivo dal Venezia, dopo la risoluzione di alcuni ingorghi contrattuali, contratto fino al 2026 e quel biglietto da visita di 10 gol nella passata annata con la maglia della Vis Pesaro. Con un particolare che però, se letto oggi, non può che generare un dibattito: la doppia cifra, compresa la rete dell’Epifania rifilata proprio alla Spal, erano state segnate tutte tra la metà di dicembre e febbraio. Prima e dopo - compreso lo spareggio contro la Recanatese per evitare la serie D - polveri bagnate e bersaglio mai centrato. Una sorta di exploit ben assestato, ma la certificazione che Karlsson non sia quel bomber capace d’imporsi con continuità durante l’intera stagione. Eppure le sue caratteristiche fisiche (1.90 di altezza per 80kg) non passano inosservate e va detto chiaramente che un certo tipo di gola il giocatore l’aveva fatta anche a diverse altre società prima dell’affondo decisivo di Casella.

Subito in gol in Coppa Italia contro l’Atalanta U23 e la buona prestazione contro l’Ascoli, anche in tandem con Antenucci: tutto sembrava apparecchiato al meglio per il ragazzo e per le sorti del reparto avanzato di Dossena. Poi lo stop muscolare, le tre gare saltate, i minuti di ricondizionamento contro il Carpi e la prima serata di nuovo da titolare contro i giovani di Milan Futuro, rivelatasi però una specie di “ciapanò” per i numerosi tentativi (soprattutto aerei) innescati ma senza mai prendere la porta. Nessuno squillo nemmeno contro Entella e Rimini, nonostante la condizione fisica venisse data in crescita. Poi l’inchiodata di Campobasso, più di una semplice frenata: due occasioni divorate per mancanza di cinismo, precisione, scaltrezza e velocità (fisica e di pensiero) che hanno sfiduciato lo stesso Karlsson e accentuato il sentimento di perplessità mista a delusione dei tifosi. E dentro l’altrettanto grigia prova offerta con il Pescara è piovuto più di un fischio. Medicine specifiche per uscire dal buio tunnel, non ce ne sono. Il ritrovamento della giusta fiducia passa spesso da molteplici vie. L’arteria personale, quella introspettiva, capace di esulare da qualsiasi condizione ambientale e di squadra, parrebbe essere la prima da dover imboccare per “il vichingo” spallino.