Ferrara, Silvia e il nuoto: «Così mi sono salvata»
Dalla perdita del padre dei suoi figli all’incidente che le ha bloccato il collo: «Non mollo»
Ferrara Talvolta la vita mette davanti ostacoli che paiono insuperabili, mettendo alla prova la mente e il cuore, facendoci scoprire i nostri limiti. Sono questi i passaggi estremi in cui si scoprono risorse interiori insospettabili e, come andiamo a scoprire con questa storia al contempo straziante e meravigliosa, anche lo sport può diventare una via d’uscita, ovvero una fonte di forza e coraggio.
La storia, che ci racconta la diretta interessata, è quella di Silvia Prosdocimi, un esempio straordinario. Nata a Ferrara, dove tuttora vive, classe 1976, Silvia si racconta così: «Ho due figli, Marco che compirà 15 anni il 9 gennaio (proprio domani, auguri!, ndr) e frequenta il liceo sportivo ministeriale al “Roiti” di Ferrara e gioca a calcio nella Spal da 7 anni, e Anna, che ha compiuto 11 anni ed è agonista nel nuoto con il Cus Ferrara, con ottimi risultati. Purtroppo ho perso il compagno, padre dei miei figli, il 31 luglio 2023, improvvisamente e questo, dopo 28 anni insieme, mi ha cambiato radicalmente la vita».
Una grande passione, da sempre, per il nuoto e dopo questa tragedia, una via d’acqua salvifica: «Mi sono buttata ancora di più in questo sport. Durante il covid sono entrata nei master del Cus Ferrara e ho amato ancora di più questa realtà sportiva e, soprattutto, il gruppo e i coach, dopo tanti anni di nuoto libero da sola. Il 25 maggio dell’anno scorso ho avuto un incidente banale, una caduta, che mi ha procurato la frattura scomposta della vertebra C1: sono stata sottoposta a un intervento chirurgico di 9 ore, eseguito dal professor Pasquale De Bonis, neurochirurgo numero uno all’ospedale di Cona, un professionista esemplare e di umanità più unica che rara. Ho trascorso un periodo bruttissimo, durante il quale, però, ho potuto contare sulla vicinanza di parenti amici davvero speciali. Ho anche una persona altrettanto speciale che è sempre accanto a me, costantemente presente da tempo e, soprattutto, durante e dopo l’accaduto molto spiacevole. Non mi ha mai abbandonata, come gli amici e le mie migliori amiche, Elisa e Daniela. A tutti questi angeli un enorme ringraziamento di cuore».
Un percorso di vita davvero complicato, ma qui è venuta fuori la testardaggine e la forza di Silvia Prosdocimi: «Ho voluto a tutti i costi riprendere a nuotare, nonostante tanti disagi. Dopo l’ultima tac, che ha rilevato che la frattura si era consolidata, avevo ripreso ad andare in piscina, prima da sola e facendo solo dorso. Ho dovuto riadattare tutto, non avendo la mobilità del collo, ma la mia costanza mi ha portato piano piano a riprendere».
Davvero un esempio encomiabile, ma non è finita qui: «Il prossimo ottobre dovrò fare la tac di controllo e, se l’esito sarà perfetto, vorrei riprendere con le gare, anche se mi rendo conto che è un sogno. Posso dire di essere una miracolata, già il fatto di riuscire a nuotare per me è un successo. Spero sempre di migliorare, ma va già bene così: con ciò che ho avuto sarei potuta morire o rimanere paralizzata, invece ci sono e, comunque sia, non demordo».