La Nuova Ferrara

Sport

Verso la partita

Spal-Sestri Levante, Dossena e la rosa allargata: «Così tante opzioni»

Alessio Duatti
Spal-Sestri Levante, Dossena e la rosa allargata: «Così tante opzioni»

Sabato 18 gennaio alle 15 al Mazza. Il tecnico e il cambio modulo: «Non avevamo occasioni»

2 MINUTI DI LETTURA





Ferrara La fiducia di Dossena arriva dai campi del “G.B. Fabbri”, laddove quotidianamente il tecnico dice di veder molto bene i suoi ragazzi. «È trascorsa più di una settimana dalla partita precedente - spiega -, stiamo parlando di ben 9 giorni. Abbiamo riposato, ma anche spinto tanto con test fatti per valutare la condizione dei singoli. Veniamo da un buon periodo, l’infermeria si sta svuotando, tant’è che sono tutti disponibili tranne Iglio e Camelio».
Mister, la classifica ora è corta anche verso l’alto.
«Lasciamo perdere questa situazione e concentriamoci solo sul Sestri. Non cambia nulla. Io sono sincero, non la guardo nemmeno e non ne parlo con lo staff. Dobbiamo guardare noi stessi, non il percorso delle altre e mettere sempre un prossimo obiettivo nella gara che andiamo ad affrontare. Poi che la classifica sia corta in serie C è normale, perché ballano quei 6-7 punti nella zona tra l’ultima qualificata per il playoff e la prima del playout».
Il Sestri?
«È una squadra che gioca a calcio e che è molto pericolosa sui calci piazzati. Dobbiamo stare più attenti alla concessione delle ripartenze perché a Lucca abbiamo sofferto. Va bene costruire e stare alti, ma dobbiamo chiudere le azioni per evitare di prendere contropiedi al veleno».
Da ora in poi, più dubbi di formazione?
«Avere tante opzioni è una cosa positiva. Ciò ti permette anche di fare dei piani B per la partita avviata. Significa tanto, tutto ciò. Un mese fa non si potevano mettere in piedi determinate soluzioni. E penso che la concorrenza, anche spietata, sia una cosa in più quindi ben venga. Quando si va a tirare le orecchie a un giocatore, si ha più efficacia nello sprono perché sa che c’è un diretto rivale per il posto. Livello e competizioni si alzano e tutti vanno più forte».
Ci spiega il ritorno al 4-3-3?
«Col 5-3-2 non mi divertivo e la mia squadra non mi piaceva, ma non è solo una questione di gusto personale. Non vedevo gioco in avanti, arrivavamo poche volte e non si era pericolosi. A Gubbio abbiamo concluso due volte in porta su piazzati, ad Ascoli una col gol di Mirco e non c’era incisività. La nostra non è una squadra dotata per difendersi, anche strutturalmente non abbiamo centimetri per stare arroccati».