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Spal, se non scatti non vale: la squadra non cambia ritmo

Alessio Duatti
Spal, se non scatti non vale: la squadra non cambia ritmo

Biancazzurri sempre alla stessa velocità e quindi troppo prevedibili. Nessun giocatore è in grado di spaccare la partita con un’accelerazione

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Ferrara La Spal si è fatta imporre un brutto pareggio casalingo. Il modesto, anzi modestissimo, Sestri Levante al “Mazza” non ha rubato proprio nulla. Le parole di Longo, allenatore dei liguri, rendono chiaro il film degli ultimi 90 giri d’orologio vissuti nella grigia cornice di Corso Piave: «È un pareggio che ci sta stretto, penso che avremmo meritato di più». Affermazione tutt’altro che presuntuosa, ma che narra indirettamente al meglio come la Spal sia avversario troppo facile da imbrigliare e colpire anche per una compagine in totale stato di crisi come il Sestri (la squadra dell’ex Valentini non segnava addirittura da 5 partite).

La gravità del gigantesco passo indietro biancazzurro è elevata e c’è davvero poco da girarci attorno. Non stiamo analizzando ne una sconfitta e nemmeno una debacle da goleada al passivo, ma la mancata occasione di sterzare definitivamente la propria stagione ha quasi il medesimo sapore. C’erano tutti gli ingredienti per far bene, ma il prodotto finale è stato bruciato da un mood di cottura poco accettabile da digerire.

Insomma, si arrivava al confronto da 4 risultati utili, dalla vittoria di Lucca, dalla ritrovata verve realizzativa e dal rientro di alcune pedine. Momento ghiotto, non sfruttato a dovere, con conseguente contraccolpo negativo per tutto l’ambiente. La frustrazione per l’aver dimostrato ancora determinate debolezze è questione elevata. Perché se non si porta a casa una partita a così basso coefficiente di difficoltà, addirittura dopo aver fatto la cosa più complessa (sbloccarla) e concedere addirittura la possibilità dell’impresa al Sestri è una specie di delitto sportivo. Ma se i risultati degli ultimi tempi avevano coperto qualche lacuna, sabato è riemerso un problema cronico di questa stagione: l’incapacità di cambiare i ritmi della gara. La Spal, in altre parole, non accelera mai, è compassata, va sempre alla stessa velocità. Dossena, in passato, lo aveva sottolineato, anticipando l’intenzione di cambiare lavoro in settimana, ma non sembra essere cambiato granché. Zammarini avrebbe le doti da incursore ma non accelera più come un tempo, Mignanelli trotterella ma non affonda, Rao perde brillantezza dopo poche decine di minuti. L’unico in controcorrente è D’Orazio che ha tanta corsa da mezzofondista. I dati dei gps diranno che la Spal corre tanto, non vi è dubbio, ma non ha la frustata che serve per forzare le difese avversarie.

La classifica resta corta, trafficata, ma soprattutto brutta da vedere. Il calendario del periodo non è stato sfruttato a dovere e ora saranno i prossimi 180 minuti contro i giovani del Carpi e di Milan Futuro a sancire se per davvero ci si dovrà arrendere a un destino da bassa classifica in compagnia di piazze - con tutto il rispetto - che nulla c’entrano con Ferrara. Ma la Spal di oggi è questa.