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Spal-Carpi andata e ritorno, Puletto e la sfida da ex

Alessio Duatti
Spal-Carpi andata e ritorno, Puletto e la sfida da ex

Il centrocampista classe 2004 è in prestito alla società biancorossa insieme a Contiliano: «Ho trascorso 5 anni a Ferrara, bello giocare questa partita»

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Ferrara Utilità, crescita, possibilità d’espressione. Tutte cose buone che ben si sposano con la stagione che Filippo Puletto sta vivendo alla virtuosa realtà di Carpi. Il 2004, in prestito dalla Spal, sta remunerando al meglio l’opportunità venutasi a creare in estate, dopo i 5 anni vissuti in maglia biancazzurra tra vivaio e prima squadra. Per lui, per Contiliano e per gli altri “ferraresi” oggi vestiti di biancorosso quello di sabato non sarà certo un incrocio banale. «È ovvio – introduce Puletto –, noi che abbiamo avuto un trascorso a Ferrara sentiamo l’appuntamento in maniera speciale e ci teniamo a fare bella figura. Al di là di questo, sappiamo che andremo a giocare contro una Spal molto forte e siamo consci dell’importanza di questo scontro diretto per la nostra classifica. Stiamo preparando tutto al meglio».

Proprio nel match d’andata al “Mazza” aveva fatto il suo esordio con la nuova maglia. «Sì, ma solo nel finale di gara e non ero al 100%, rientravo dopo uno stop di un mese. È stato comunque particolare ritrovare le persone di sempre, ma anche strano doversi cambiare nello spogliatoio vicino a quello solito. Diciamo che oggi sto bene, sto vivendo un periodo di continuità, sono entusiasta e voglioso di giocare. Ho trascorso tanti anni alla Spal e poterla affrontare è una bella sensazione».
Com’è nata l’idea del prestito al Carpi? «Una scelta voluta. Ho pensato al mio bene, dovevo cercare una soluzione per fare un minutaggio diverso rispetto a quello che avrei raccolto a Ferrara, poi conoscevo bene le idee di mister Serpini, avendoci già lavorato assieme proprio nelle giovanili in via Copparo. Sto facendo una discreta stagione (18 presenze, 3 gol e 1 assist, ndr), ma sono un ragazzo che pretende molto da sé stesso e vorrei fare ancora meglio».
Un girone fa Contiliano ci raccontò della vostra condivisione di vita fuori dal campo. «Sì, siamo in 6 a vivere in una struttura affacciata sul “Cabassi”, per cui il motto è “Carpi H24” (ride, ndr). È tutto molto organizzato e il club è sempre disponibile. Io dormo in una stanza singola, ci alleniamo quotidianamente, trascorriamo il tempo libero assieme tra chiacchiere e Playstation, ma curiamo anche l’alimentazione, visto che dobbiamo farci da mangiare. Con Contiliano abbiamo un simpatico accordo: io cucino, lui sistema i piatti e tutto il resto attinente la cena. Riso, pollo e insalata sono il menu light e scaramantico prima di ogni partita. Poi, nei giorni liberi torno a Riccione, a casa mia».

Centrocampista duttile, ma ha un ruolo preferito«Da giovane alla Spal venivo impiegato dove c’era bisogno, ma dentro di me ho sempre saputo di essere una mezz’ala offensiva con possibilità d’adattamento sulla trequarti. Sapevo che Serpini mi avrebbe utilizzato lì, sono i ruoli che più mi si addicono, poi è chiaro che resto a disposizione per ogni cosa».
Ci sarà ancora una Spal nel suo futuro? «Io ho un contratto fino al 2026. In ogni caso alla fine di questa stagione tornerò a Ferrara, poi assieme alla società valuteremo il da farsi».
Che ricordi porta nel cuore, rispetto alla sua crescita nel vivaio del “G.B. Fabbri”? «Ero arrivato con il direttore Ludegnani, dopo il fallimento del Cesena, nell’under 15 e sin da quel momento si capiva il livello alto dell’annata 2004. Impossibile dimenticare la semifinale scudetto persa con la Roma a Trigoria, ma anche il tricolore under 18 portato a casa. Così come il primo contratto da professionista siglato col direttore Catellani e l’esordio tra i professionisti in serie B al “Barbera” di Palermo con mister Oddo, a cui devo quel momento premio. Sono stati anni belli da vivere in campo e fuori, perché a Ferrara ho trovato una famiglia».
Oltre a Oddo, però, quell’anno era stato spesso aggregato anche da Venturato e De Rossi. «Pur essendo molto piccolo e proveniente dalla Primavera, venivo apprezzato negli allenamenti. Venturato ha sempre speso belle parole per me. De Rossi mi impressionò tantissimo per il suo modo di vivere lo spogliatoio e il rapporto d’umiltà e dialogo con i calciatori. Pensare di averci parlato, come si fa con una persona qualsiasi, mi fa ancora un certo effetto, anche perché sono cresciuto in casa con mio padre romano e romanista, quindi per me lui era una leggenda».
S’aspettava così tante difficoltà anche quest’anno da parte della Spal? «Ho vissuto solo la prima parte del ritiro ed è difficile capire l’eventuale proiezione dell’annata. In quel momento si pensa solo a lavorare, ci si conosce, tutto va sempre bene, c’è fiducia, le amichevoli si vincono e ci si allena senza le pressioni che ti dà poi l’annata. Ho scambiato due parole con mister Dossena prima di lasciare il club, abbiamo avuto un semplice e normale rapporto professionale in quei giorni».
Cosa possiamo aspettarci da questo Carpi-Spal? «Intensità, contrasti e voglia di prevalere. Sarà una sfida molto sentita. La Spal viene da una serie di risultati utili, noi siamo reduci da due sconfitte e non vogliamo assolutamente essere scavalcati in classifica».