Spal, solo Antenucci si salva dalla contestazione dei tifosi
Dossena e Casella per la prima volta finiscono nel mirino ufficiale della Ovest
Ferrara Echeggia ancora forte, la contestazione che il popolo biancazzurro ha espresso durante i 90 minuti contro Milan Futuro. Stavolta il malcontento generale del tifo non è stato rivolto soltanto alla proprietà - nella figura del presidente Joe Tacopina - oppure ai giocatori. Bordate, ad personam, sono piovute direttamente verso la parte tecnica di questa Spal 2024/2025. Prima a più ripetute verso Andrea Dossena, poi anche ad Alex Casella. Che al triplice fischio è stato l’ultimo ad abbandonare il limite dell’area sotto la curva dove la Spal si era recata per ricevere la sua massiccia dose di fischi e improperi. Allenatore e direttore sportivo, dunque, bersagliati e ritenuti colpevoli di quest’ennesimo punto basso stagionale. Una specie di prima volta che tanto ha somigliato a quella vissuta esattamente un anno fa, quando nei minuti finali di Spal-Juventus Next Gen – con la Ovest che si era andata man mano a svuotarsi – si erano alzati cori spontanei (ma del medesimo tenore) nei confronti di Leonardo Colucci e Filippo Fusco. Insomma, tutti colpevoli. Tutti sì, ma tranne uno: capitan Mirco Antenucci. Per lui non parla solo la storia, ma c’è un presente da fatti concreti che continua a rendere orgogliosa una piazza che in questo presente si riconosce soltanto nel suo numero 7. “Noi vogliamo 11 Antenucci” è il canto che testimonia e racchiude al meglio il sentimento del tifoso spallino. Ancora aggrappato al fuoriclasse di Roccavivara, addirittura escluso dall’ultimo 11. Al resto del gruppo è stato dedicato un gigantesco, e generale, “fate ridere”. Mentre i canti di protesta verso Joe Tacopina sono ormai abitudine (anche) di quest’annata. L’ultimo vocale “vendi e vattene”, unito allo striscione “Basta” che accompagna il movimento del tifo anche lontano dal “Mazza”, è la sintesi di un rapporto finito (da tempo).