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Spal, le prime parole di Baldini: “Saranno 13 partite di sacrifici”

Alessio Duatti
Spal, le prime parole di Baldini: “Saranno 13 partite di sacrifici”

Il tecnico: “Non mi spaventano le difficoltà, vivo per queste sfide. Con Tacopina un lungo silenzio, poi il messaggio. Contro l’Entella è la miglior occasione per dimostrare ciò che chiedo”

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Ferrara Sanguigno, focoso e passionale. Tanto da aver (quasi) esaurito la voce dopo i suoi primi allenamenti al “G.B. Fabbri”. «Buon segno», dice scherzando Francesco Baldini, che al primo appuntamento ufficiale con la sala stampa di via Copparo, propaga intenzioni chiare, semplici, ma anche non negoziabili. Perché solo con rigore e decisione si può risollevare questa (fragile) Spal. Il tecnico di Massa ha a disposizione le stesse 13 partite che lo scorso anno - nella medesima situazione di classifica - l’avevano visto protagonista della clamorosa risalita del Trento.

Sogno Spal e Joe «Per prima cosa - dice Baldini - ci tengo a ringraziare la società e la proprietà per avermi dato l’opportunità di essere in una piazza che avevo già sfiorato altre volte e che è sempre stata nel mio mirino. Anche ai tempi della serie B, quando parlai con Zamuner, ma poi non si fece nulla. Due estati fa, come tutti ricordano, incontrai il presidente Tacopina ponendo una base prima che lui scelse Fusco come direttore tecnico e lo stesso optò per andare su Di Carlo. Con Joe ci conosciamo dai suoi tempi a Roma quando io allenavo nel vivaio giallorosso. Lo stesso mi mandò poi a Catania, nel periodo in cui sembrava vicino agli etnei, e quell’esperienza fu per me molto importante al di là delle vicissitudini societarie. Insomma, siamo a oggi e vuol dire che doveva essere questo il momento. Se ho sentito il presidente? Vi dico la verità - racconta il neo mister -, perché dopo quanto successo due estati fa, forse perché io da “toscanaccio” sono permaloso, non ci eravamo mai più sentiti fino a lunedì sera, quando poi dagli Stati Uniti mi è arrivato un messaggio. Ero davvero certo di poter venire alla Spal e quel cambio di rotta mi fece molto male, nonostante poi col Perugia alla terza giornata mi ero subito preso una rivincita al “Mazza”».

Approdo e promessa Baldini racconta l’ultimo intenso weekend: «Anzitutto ci tengo a dire che non mi spaventano le difficoltà e vivo per queste sfide. Nel momento in cui sono stato richiamato dal Lecco ho capito che non avevo più l’entusiasmo giusto per tornare e ho scelto di fare la risoluzione tralasciando l’aspetto contrattuale. Ho ricevuto diverse chiamate, ma quella della Spal era quella che desideravo. Avevo visto giocare la squadra diverse volte, ma sempre dalla televisione perché la presenza di noi allenatori in tribuna nei momenti di difficoltà di un collega è una mancanza di rispetto verso di chi sta lavorando. Una volta ho anche chiesto gli accrediti per il “Mazza”, ma poi non mi son presentato. Cosa dire ai tifosi? “Che la mia squadra metterà il massimo impegno. Non posso promettere 13 vittorie, ma proveremo a fare qualcosa d’importante a ogni partita. I giocatori devono avere un atteggiamento diverso da quello che ho visto in qualche partita. Su questo, non transigo. Nelle mie scelte non guarderò a nomi, età o altro. Gioca chi corre, gioca chi sta meglio, gioca chi penso sia utile e dà tutto se stesso durante la settimana. Faccio solo un esempio, ma vale per tutti: a Zammarini ho detto che è sotto rendimento per le sue possibilità, quindi o lo alza o sta in panchina».

Modulo e mercato Il mister ha proseguito toccando altre questioni: «Direi che questa Spal ha provato a giocare con tutti i moduli possibili e immaginabili, dunque fatico a parlare di tattica come primo concetto perché non è la soluzione. In campo ci si deve andare con la mentalità di una squadra che si trova nella bassa classifica della C, privilegiando carattere e temperamento». Il calciomercato invernale? «Contentissimo di essere arrivato a sessione conclusa - commenta sorridendo Baldini - così mi sono evitato tutto questo periodo che mi sta antipatico e crea distrazioni. A me piace il campo. I nuovi hanno portato entusiasmo, ma in generale vedo una squadra compatta e ho sensazioni positive. Ho ricevuto disponibilità da parte di tutti: è naturale che sia così quando c’è un nuovo allenatore perché tutti vogliono mettersi in mostra, ma esigo che tutto ciò non duri tre giorni ma tre mesi e mezzo, che saranno tosti e pieni di sacrifici».

Singoli e Chiavari Dopo aver annunciato la volontà di incrementare alcuni dati atletici tramite allenamenti mirati e di voler aprire al pubblico i cancelli durante le prime sedute della settimana, Baldini si è soffermato su alcuni singoli. Così sul reintegro di Radrezza: «Tutto è azzerato. L’ho visto bene ed è parte integrante di questa squadra. A mio avviso è uno che deve toccare 180 palloni a partita, me lo immagino come mediano a due per costruire al fianco di un compagno fisico, oppure come play davanti alla difesa, ma non sulla trequarti. Antenucci? Abbiamo litigato durante un Bari-Catania, forse lo mando in tribuna (ride; ndr). È un punto di riferimento importante e dovrò essere bravo nella sua gestione. In questi giorni volevo risparmiargli la parte finale di una partitella, ma si è arrabbiato. Mirco ci darà una grande mano, non conta l’età». Chiusura sull’Entella: «Se avessi potuto avrei scelto proprio quest’esordio perché è la miglior occasione per dimostrare ciò che chiedo».