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La Spal e la difesa colabrodo, il peccato capitale inizia da qui

Alessio Duatti
La Spal e la difesa colabrodo, il peccato capitale inizia da qui<br type="_moz" />

Le amnesie e l'incapacità in marcatura sono un difetto cronico

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Ferrara Il senso del pericolo, questo sconosciuto. La voglia di non prender gol, altrettanto ignota. E così, diventa davvero tutto più difficile. Non si tratta di caratteristiche allenabili per quanto un allenatore possa provare a metterci il proprio e nemmeno di merce da comprare fresca al supermercato. Il colabrodo di questa stagione (44 al passivo), resta la principale costante della Spal 2024/2025. Che in casa della capolista Entella avrà pur reagito e se la sarà anche giocata per le proprie possibilità, ma le amnesie di inizio gara hanno ancora una volta sentenziato un ko che vede i biancazzurri colpevoli di propri demeriti.

Ma com’è possibile non riuscire a vedere cattiveria, applicazione e concentrazione dal principio alla presenza di un nuovo allenatore, che ha martellato per ore e ore nei giorni antecedenti il match? Di avversari forti se ne possono trovare, anche se a dir la verità in questa categoria i valori (al ribasso) restano equilibrati nel loro complesso. Tuttavia la ripetizione di proprie amnesie, letture sbagliate, dimenticanze, duelli persi e singoli pasticci rende ancor più disarmante tale cammino fatto di 13 ko in 26 uscite. Perseverare (così) è diabolico.

La normale conseguenza è quella posizione numero 17 della classifica, con l’allucinante sorpasso della Lucchese. Per fortuna il Campobasso si è arenato da settimane e la salvezza diretta è ancora lì a -3. E proprio contro i molisani la Spal se la vedrà tra due settimane, in quel “Mazza” da doppio impegno ravvicinato che riaccoglierà i biancazzurri già questa domenica per il confronto col Rimini. Inutile far calcoli, ma semplice pensare che la situazione potrebbe definitivamente peggiorare se arriveranno meno di 4 punti. La speranza è che l’esordio interno di mister Francesco Baldini possa quantomeno esser portatore di occasioni create, perché a Chiavari - e non sembrerebbe esser stata solo una questione di nervi - la Spal si è fatta più volte viva dalle parti dell’area ligure, pur sciupando quasi sempre tutto sul più bello. In ripartenza, sottoporta, di piede o di testa bisogna buttarla dentro. Un po’ come fanno gli avversari quando approfittano delle “gentili” concessioni spalline. Il neo allenatore ha rischiato con l’attacco pesante, ma il vero spunto positivo del pomeriggio è arrivato dalla mediana di qualità: la manovra di Radrezza (che però ha sul groppone uno dei gol falliti) e il piede ispirato di D’Orazio. Nella parte del bicchiere mezzo pieno da sorseggiare prima del Rimini possiamo metterci il buon affaccio di Parigini e la ritrovata disponibilità di Haoudi. Tutto, per arricchire la manovra offensiva. Ma dietro, per evitare problemi, sarà vietato ballare.