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Spal, Mirco Antenucci “panchinato”: un’assenza che pesa

Alessio Duatti
Spal, Mirco Antenucci “panchinato”: un’assenza che pesa

Dopo la squalifica, il capitano non è più sceso in campo dall’inizio. Baldini ha scelto di affidarsi a Molina ma i numeri non gli danno ragione

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Ferrara C’è poco da girarci attorno: in questa Spal Mirco Antenucci deve giocare dal primo minuto. Il capitano di 178 battaglie, che anche in questa stagione si è dimostrato l’unica luce nel buio, non può rimanere a guardare tali scialbe prestazioni entrando a contese avviate come fatto nelle ultime due contro Ternana e Pineto (in precedenza era rimasto out per squalifica a Piancastagnaio). In un momento del genere privarsi di uno come lui è cosa impensabile. E non c’entrano nulla la storia, la simbologia o il dovuto rispetto. Qui si parla di numeri, di colpi, di gol e di questioni tangibili dentro una partita di pallone. Quei gol che la squadra non riesce più a fare, gli stessi gol che Antenucci – anche in condizioni tattiche non proprio di comfort – ha dimostrato di saper ancora realizzare: sono stati 11 fin qui, con un solo rigore (Lucca) all’attivo.

Il Lupo di Roccavivara è arrivato a 32 gettoni stagionali (oltre 2.200 minuti) ma le ultime panchine per scelta tecnica hanno lasciati tutti un po’ perplessi. Si sa che gli allenatori ricercano l’equilibrio e il lavoro in prima pressione e spalle alla porta di Molina è un comportamento prezioso. L’argentino, però, fatica tremendamente a segnare e la curiosità di vederlo proprio come spalla operaia del capitano resta alta. Per non escludere Parigini – che in questo caso giocherebbe come esterno – basterebbe tornare a quella difesa a 4 che Baldini ha ripristinato dopo la mezzora letale di Pineto: perché, alla fine, si è diventati la peggior difesa del campionato anche con quel 5-3-2 ormai abbandonato nel desiderio anche da tutti coloro che credevano bastasse mettere un difensore in più per evitare l’attuale effetto groviera (con 58 passività la Spal ha fatto peggio anche dello stesso Legnago).

Tornando agli attaccanti, in questo momento va registrato il risveglio di Karlsson e qualche timido segnale da parte di Rao, che all’andata contro i veronesi aveva toccato il suo picco di massima fiducia stagionale. Il 2006 e l’islandese, però, sembrano più a loro agio lontano dal “Mazza” dove errori tecnici plateali o atteggiamenti di poca costanza durante i 90 minuti in questo frangente non vengono perdonati nemmeno dalla persona più moderata che si accomoda nella tribuna centrale. In chiave Legnago, ribadiamo quanto potrebbe esser utile ridar spazio ad Antenucci, magari con Molina come spalla e con Parigini dirottato su una delle due laterali.

La scelta del restante vestito sarebbe soltanto una conseguenza data dalla base di partenza. Si noti che anche a ottobre AnteSeven aveva vissuto quattro partite con pochissimo minutaggio: la Spal aveva collezionato soltanto 1 punto. Si noti anche che in corso Piave il bomber molisano ha segnato l’ultimo gol su azione della Spal, contro il Campobasso. Da quel momento in poi soltanto la punizione di D’Orazio a Pescara e il rigore di Molina a Piancastagnaio. Se non sono controprove queste…