La Nuova Ferrara

LA PUBBLICAZIONE 

Vita, storia e leggenda di Nicolò III Cosa resta del “Padre della Patria”

MICAELA TORBOLI
Vita, storia e leggenda di Nicolò III Cosa resta del “Padre della Patria”

Raccolti gli atti del convegno tenutosi nel 2016 a Palazzo Bonacossi a Ferrara  Dall’economia ai rapporti personali, il ritratto del marchese del Rinascimento

3 MINUTI DI LETTURA





Nel 2016 un gruppo di studiosi si riunì a Palazzo Bonacossi con un incarico ben preciso: trovare parole nuove riguardanti Nicolò III d’Este (1393-1441), marchese di Ferrara; una figura cardine della storia a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, assai trascurato dagli esperti. Per farlo ebbero solo una giornata, anzi mezza, il pomeriggio del 21 settembre. Palazzo Bonacossi fu scelto per questa stimolante missione da Francesca Cappelletti, che regge tuttora la cattedra di Storia dell’Arte Moderna di Unife, e dalla docente e storica dell’arte Chiara Guerzi.

IL VOLUME E IL PERSONAGGIO

Con il supporto del Comune di Ferrara, della Fondazione Ferrara Arte, e poi, all’atto della pubblicazione del frutto librario del convegno, dell’associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Ferraresi, della Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria nonché del Rotary Club Ferrara Est. Il volume con gli atti del convegno è fresco di stampa. Sovente quanto si apprende ai seminari resta lettera morta, si disperde e non trova solidità: questo caso ha avuto un fortunato destino, concretizzato nel libro dal titolo La Ferrara di Nicolò III d’Este (Verona – Bolzano, Quiedit, 2020, 318 pagine) curato da Guerzi con prefazione di Cappelletti. Oltre ai saggi dei relatori, si è voluto integrare il ritratto del marchese con contributi di autori che, per motivi di tempo, non poterono partecipare al convegno. Il punto di partenza, concordi tutti: Nicolò si scrive con una sola c. Niccolò è un toscanismo, ma Nicolò III era ferrarese e per Ferrara è nientemeno che il “Padre della Patria”.

GLI ARGOMENTI

Per evitare il lungo elenco degli esperti che hanno scritto su di lui nel libro, che si lascia alla curiosità del lettore, ecco invece alcune tematiche affrontate, che sono quanto importa di più. Nicolò risalta nel suo profilo biografico, base di partenza per la comprensione delle azioni che intraprese. La sua gestione del potere ne esce riveduta e corretta, anche alla luce dei rapporti con la Chiesa, in particolare con il vescovo Tavelli da Tossignano. La storiografia successiva al suo tempo inizia a far trapelare la manipolazione del ruolo del marchese sulla scena politica, non sempre restituita nelle sue linee reali. Nicolò III aveva nel suo Stato rapporti complessi con le corporazioni, e le sue scelte economiche necessitano quindi di precisazioni attraverso metodi d’indagine moderni, come quelli usati nel volume.

Il marchese era altresì uomo del suo tempo, ed esercitava la potestà anche grazie all’uso dell’araldica, che in ambito estense trasmette messaggi simbolici di estrema complessità, che giungono fino all’estero, ad esempio nei paesi di lingua tedesca, dove l’araldica degli Estensi di “Frarar”, come la capitale veniva chiamata, era ben nota. I saggi del volume si occupano anche di libri e delle biblioteche estensi. Gran spazio è dedicato alle architetture del tempo di Nicolò III, alla pittura come specchio del gusto della corte, all’urbanistica. La sola bibliografia copre quasi cinquanta pagine, ed è stata aggiornata con acribia anche oltre la data del convegno, che nei fatti non è che il primo, «piccolo tassello», come lo definisce Guerzi, di un vasto mosaico da ricomporre. —

MICAELA TORBOLI

© RIPRODUZIONE RISERVATA