Marani e “La città celeste” L’autore si racconta in streaming su Libraccio
Oggi alle 18.30 sulla pagina Facebook della libreria Libraccio di Ferrara, lo scrittore Diego Marani presenta La città celeste, suo nuovo romanzo fresco di stampa edito da La nave di Teseo. Dialoga con lui Matteo Bianchi. Con questo libro Marani torna agli anni dell’università al passaggio dalla giovinezza all’età adulta. La fuga da Tresigallo, l’approdo a Trieste, gli studi, la letteratura, la geografia, le scoperte e le indipendenze. Si tratta di una storia di finzione, non di un’autobiografia, ma i tasselli personali sono importanti. Forse La città celeste sarebbe potuto uscire un paio di anni fa se non fosse stato per Il ritorno di San Giorgio, romanzo breve edito dalla stessa casa editrice all’indomani delle elezioni a Ferrara e del cambio della maggioranza.
QUESTIONE DI ETà
«È un po’ di tempo che mi metto a scrivere un libro e poi finisce che ne scrivo un altro. Con San Giorgio è successo proprio così. A volte – racconta Marani alla Nuova – mi assale un’idea e non riesco a tenerla a bada, mi gira nella testa come un insetto che non si posa mai. Devo darle retta, seguire dove mi porta. Questo libro è stato più volte rinviato. Ora infine ho trovato la formula giusta per scriverlo». Ma forse non era solo una questione di scadenze e priorità, forse per questo libro i tempi non erano ancora maturi. In due anni può succedere di tutto. «Avevo l’idea in testa e la lasciavo decantare, come mi piace dire. Ma nell’animo inconsciamente ci lavoravo. Sentivo – prosegue l’autore – che un giorno sarebbe giunto il momento di scrivere. Forse c’entra anche l’età. Quando ho raggiunto il traguardo dei sessant’anni è stato inevitabile volgersi all’indietro e ricordare un tempo fondante della mia vita assieme a una città carica di significato per me, ma in generale per noi italiani, per la nostra cultura, per la nostra storia e che io ho avuto la fortuna di conoscere».
TUTTI O NESSUNO
La Trieste descritta tra le pagine di questo romanzo è un luogo dell’identità composita e dal confine sempre incerto, come i protagonisti di queste pagine, giovani studenti entusiasti con il futuro tutto da inventare. «Trieste, vera protagonista del libro, non può stare in un solo Paese. Appartiene a tutti o a nessuno. A volerla fare appartenere a un Paese soltanto - conclude Marani - la si soffoca e soprattutto si suscitano i pogrom che conosciamo». —
Samuele Govoni
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