Saggio di De Angelis sull’ebraismo ridotto all’animalità
Il lavoro è intitolato “Cani, topi e scarafaggi” «Shoah attuata sotto la direzione dei medici»
LA NOVITà
“Cani, topi e scarafaggi” è il nuovo saggio che Luca De Angelis ha pubblicato di recente per Marietti. A spingere lo studioso ferrarese della condizione ebraica ad attraversare secoli di letteratura internazionale per compilare i modi in cui gli ebrei sono stati ridotti all’animalità è stata la convinzione di Primo Levi: «Secondo cui una delle radici del nazismo fosse “zoologica”. La somatizzazione mostruosa dell’ebreo – esordisce – esibito in sembianze animalesche e repellenti, ottenne lo scopo di svuotarlo della sua umanità. Questi presupposti facilitarono lo sterminio di esseri umani».
Shylock ad Auschwitz è un titolo geniale per un paragrafo di apertura; d’altronde non c’è lettore del Bardo che non lo abbia detestato: «Disumanizzazione e bestializzazione di Shylock contribuirono all’immaginario genocida dell’antisemitismo razziale del nazismo. Secondo Harold Bloom, Il mercante di Venezia avrebbe “incoraggiato l’antisemitismo più dei Protocolli degli anziani di Sion”, purtroppo c’è “un prezzo da pagare per quanto Shakespeare ci offre”. Molti storici ritengono che il suo antisemitismo abbia avuto un ruolo nella storia della Shoah».
Ma se il razzismo e il suo brutale compimento furono accettati, grande responsabilità è da attribuire agli avalli scientifici. «Avalli che conferirono alla Weltanschauung nazionalsocialista una sua perversa attendibilità. Senza la cauzione della scienza non si sarebbero avuti i progetti per eliminare le razze e gli individui ritenuti inferiori. La Shoah si attuò sotto la direzione dei medici».
Per De Angelis la letteratura rimane formidabile strumento autoconoscitivo: «Del resto, tutti gli uomini sono narratori nella relazione fondamentale con se stessi, assicurava Musil. Son convinto che la coscienza tratti la nostra esistenza e le nostre esperienze in forma narrativa. Nel chiudere il libro ho fatto mio l’appello di Peter Handke, che ritengo il mio maestro: “Scrittore realizza con le ultime forze la dignità dell’uomo”. In tal senso la letteratura è per una stilistica essenziale; un’arte di diventare uomo». —
Mat. Bia.
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