La Nuova Ferrara

La rassegna

Internazionale, sarà un ritorno alle origini, temi caldi in agenda

Fabio Terminali
Internazionale, sarà un ritorno alle origini, temi caldi in agenda

Arriverà in città anche lo storico Usa anti Meloni. Dal 2007 in città è l'appuntamento con l'informazione mondiale

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Ferrara Inizia a togliere i primi veli la 16ª edizione del festival di Internazionale, che si svolgerà in città da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre. Nelle intenzioni degli organizzatori sarà quella del ritorno alla piena normalità, dopo le ultime due (nel 2020 addirittura si tenne solamente online) limitate dall’emergenza pandemica. L’obiettivo è dire addio alle prenotazioni obbligatorie per partecipare agli incontri, modalità che l’anno scorso mostrò alcune, difficilmente evitabili, problematiche.

Ma ecco qualche spunto su quel che accadrà. Il logo selezionato – un mappamondo che porta a spasso per il cielo un aquilone arcobaleno – lascia intendere che i temi della pace saranno in primo piano, come naturale in tempi di guerra in Ucraina. Tra gli ospiti annunciati: la giornalista e autrice ucraina Nataliya Gumenyuk, in prima linea nel denunciare i crimini di guerra degli invasori, e il collega russo Tikhon Dzyadko, ostile a Putin. Diverse conferenze tratteranno i fronti caldi della geopolitica, come i rapporti tra Usa, Cina e Unione Europea, senza dimenticare quel che succede in Africa e Asia.

E sull’Italia? Un particolare di cui si dovrà tener conto: la manifestazione cade nel weekend successivo alle elezioni. Nel numero post ferragosto la rivista aveva in prima pagina la foto di Giorgia Meloni sotto al titolo “L’estate sta finendo”, e con in bella evidenza il “rischio di ritrovarsi un governo di estrema destra”. Nella Ferrara guidata dal centrodestra arriverà lo storico statunitense David Broder: qualche settimana fa la polemica fu infuocata sul suo articolo “Il futuro è l’Italia ed è cupo”, pubblicato sul New York Times, in cui criticava aspramente la leader di Fratelli d’Italia.

Sul filo dei diritti civili, da segnalare la partecipazione di Kasia Smutniak, attrice e modella polacca che da anni vive in Italia, che di recente si è fatta portavoce della protesta per il diritto ad abortire nella sua nazione d’origine.

La libertà d’informazione è un altro filone storico del festival. Previsto, tra l’altro, l’arrivo in città di Matthew Caruana Galizia, figlio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista e blogger maltese rimasta uccisa in un attentato nel 2017: anche il figlio è giornalista e da allora si impegna nella fondazione che vuole rendere giustizia alla madre.

Si parlerà naturalmente anche di ambiente, cambiamenti climatici e transizione ecologica. Tra gli ospiti annunciati George Monbiot, attivista ambientale e autore britannico (scrive per il Guardian).

Poi ecco qualche nome conosciuto tra i giornalisti italiani: l’ex direttore di Repubblica e Stampa Mario Calabresi, la freelance sempre inviata sui fronti di guerra Francesca Mannocchi (Premio Estense 2019), Barbara Serra, Silvia Sciorilli Borrelli e naturalmente non può mancare la ferrarese “doc” Daria Bignardi. l