“Ecce cor meum”, l’opera di McCartney in prima nazionale a Ferrara
Il 24 aprile sarà in scena al Teatro Abbado, giovedì al Ridotto si parla dell’ex Beatles e dei Fab Four
Ferrara Mentre al Teatro Comunale Abbado di Ferrara (corso Martiri della Libertà, 5) si lavora senza sosta all’allestimento di "Le città invisibili", opera realizzata dal collettivo Istantanea in occasione dei cent’anni dalla nascita di Italo Calvino (in scena venerdì), i beatlesiani di Ferrara e d’Italia attendono con impazienza le 20 del 24 aprile, sera in cui sarà proposto per la prima volta in Italia "Ecce cor meum" di Paul McCartney.
L’opera
Dopo "Liverpool Oratorio" (1991), "Standing stone" (1997) e la musica da camera di "Working classical" (1999) l’ex Beatles torna a confrontarsi con la musica d’arte. «McCartney - afferma Rolando Giambelli, presidente associazione Beatlesiani d’Italia - è un genio della musica. Da bambino cantava nel coro della cattedrale a Liverpool ed è appassionato di latino, in "Ecce cor meum" ha voluto far dialogare questi universi a lui affini». Giambelli vide per la prima volta l’opera nel 2006 a Londra e in quel momento qualcosa nella sua testa scattò. «Mia mamma era una cantante lirica e sentire "Ecce cor meum" fu come tornare all’infanzia, come ascoltare nuovamente la sua voce. Capii che dovevo portare l’opera in Italia». Ci sono voluti quasi diciotto anni ma ce l’ha fatta, visto che il 24 aprile a Ferrara andrà in scena per la prima volta a livello nazionale. "Ecce cor meum" è un oratorio in quattro parti, con testo in latino e inglese, per voci soliste, orchestra, coro giovanile e adulto, commissionato a McCartney dal prestigioso Magdalene College di Oxford. Il lavoro, ispirato dal culto del Sacro Cuore di Gesù, ha richiesto oltre otto anni di ricerca e studio. Giovedì alle 17.30 per il ciclo "Prima della prima", Giambelli ne parlerà insieme a Marcello Corvino (direttore artistico dell’Abbado) nelle sale del Ridotto.
Beatlemania
«La prima volta che ascoltai una canzone dei Beatles fu nel novembre 1963. Infilai cento lire nel jukebox e dopo Peppino di Capri e Rita Pavone arrivarono loro con "Please please me". Quei due minuti cambiarono la mia vita». Giambelli, beatlesiano nell’anima, li vide poi al Vigorelli di Milano, «non si sentiva niente ma fu un momento storico». Nel 1992, in occasione dei 30 anni di "Love me do" fondò l’associazione Beatlesiani d’Italia. «Abbiamo un museo, facciamo incontri e ogni anno partecipiamo alla Beatleweek di Liverpool». Poi aggiunge: «Mi piace fare divulgazione, parlare con i giovani, condividere con loro le canzoni dei Fab Four e notare che hanno ancora la stessa forza dirompente di allora. I Beatles sono magici, non c’è altra spiegazione». Dal vivo ha visto e incontrato più di una volta sia McCartney sia Ringo Starr. «Ho 74 anni, è una vita che giro parlando di loro e suonando le loro canzoni, sarà bello farlo anche a Ferrara».